Sono qui sotto elencati attrezzi o strumenti lavorativi della tradizione agricola romagnola.
E' Salarol (il salarino). Piccolo contenitore in cui si teneva il sale. Era costituito da tavolette di legno unite tra loro e incastrate senza il fissaggio di chiodi.
La paltena dla farena (la paletta della farina). Era una piccola paletta di legno con il manico corto che veniva utilizzata per prelevare la farina dalla madia e depositarla sul tagliere per fare il pane. Veniva utilizzata anche dai mugnai per riempire il sacco di farina.
E' sdaz (il setaccio). Consisteva in un attrezzo in legno sottile a forma circolare al cui interno una retina separava la farina dalla crusca.
La vinarola Era una tinozza in legno che veniva appoggiata sul tino; all'interno si versavano i grappoli d'uva che venivano poi pestati dai piedi nudi.
E prit e la sora (il prete e la suora). Il prete era uno scaldaletto in legno, e la suora una pentola in metallo con il manico in legno in cui venivano versate le braci roventi del camino, coperte da uno strato di cenere.
La rastela o e rastel (il rastrello). Attrezzo agricolo in legno per raccogliere fieno, foglie e simili. Consisteva in una pertica di legno la cui estremità era divaricata e poggiava su una corta pertica dove erano inseriti dei rebbi di legno e in alcuni casi di ferro.
La naspa (l'aspo). Attrezzo costituito da un basamento con due supporti verticali, l'asse rotante orizzontale dove sono inserite delle palette che permettono l'avvolgimento del filo. L'attrezzo funziona per mezzo di una manovella posta a un'estremità dell'asse rotante.
E' filaren (la filiera). È uno strumento costituito da una ruota azionata da un pedale e serviva per filare canapa e lana.
La panca par lavè (la panca per lavare). Consisteva in una tavola rettangolare di legno di pioppo che serviva per lavare i panni a mano.
E' puntirol (il trapano a mano). Trapano di legno con punta d'acciaio.
La matra (la madia). Mobile in legno rettangolare con un ripiano superiore che veniva utilizzato per impastare il pane e all'interno custodiva farina, lievito e altri alimenti.
E' tulir (il tavoliere). Spianatoia per impastare la pasta, consistente in un tavolo con bordi laterali e asse in legno robusta di abete.
La cassa dla sposa. Era un mobile le cui origini erano presenti già nel Medioevo; la sua funzione era quella di contenere il corredo della sposa.
E' tracanton (cantonale, angoliera rustica ). Mobile in legno di abete o noce che veniva collocato in un angolo della cucina.
La cariola de' stabi (La carriola del letame). La carriola con un pianale in legno serviva per trasportare il letame prelevato dalle stalle degli animali.
La panira (il paniere). Paniere in legno leggero con manico che serviva per distribuire le sementi e concimare la terra.
La baroza (il barroccio). Era un carro piano a due ruote di grandezza modesta e dotato di due stanghe per attaccarci un solo animale che poteva essere mulo, asino, cavallo o anche una mucca. Serviva per trasporti leggeri, come l'erba fresca per i bovini o anche per trasportare il grano al mulino.
La spicira (lo specchio). Nella cultura cristiana lo specchio era considerato il simbolo del peccato e della vanità. Si consigliava alle giovani di non soffermarsi troppo davanti a questo malefico manufatto.
E' gratuson dal biedal (il grattugione delle barbabietole). Grattugia molto grande con tamburo centrale a forma di tronco di cono, azionato da una manovella per grattugiare le barbabietole.
La schela da cojar la frota (la scala per raccogliere la frutta). Era, ed è anche oggi in alcuni casi, l'attrezzo per raccogliere la frutta situata in alto e non raggiungibile da terra. Costruita totalmente in legno è costituita da due pertiche verticali che si restringono in alto, unite tra loro da pioli e da un sostegno centrale di appoggio inclinabile.
Tutti questi attrezzi sono stati indispensabili ai contadini per coltivare la terra.
Marino Masini