USI E COSTUMI DEL PASSATO

Un tempo i turisti pagavano i napoletani per mangiare gli spaghetti. Ce lo racconta Andrea De Jorio che nei suoi libri descrive le usanze popolari napoletane nella seconda metà del XIX secolo. I cittadini erano famosi per la tecnica del mangiare la pasta alla napoletana, ovvero prendere con le mani un mucchietto di spaghetti per poi risucchiarli in un sol boccone. Questa scena affascinava i turisti stranieri venuti in città e i napoletani pensarono di metterci su un business turistico. Davanti a ogni venditore ambulante di pasta era perennemente presente qualche scugnizzo o un poveraccio che, in cambio di qualche moneta e di un pasto offerto, era disposto a mangiare pasta alla napoletana facendo divertire il turista.

Insomma, se oggi c'è chi fa il moralista sulla passione per i video stupidi sui social, non è che nel passato le persone amassero intrattenimenti di maggiore qualità. Anche Goethe rimase stupito dalla quantità di venditori di pasta che si trovavano in giro per le strade di Napoli e che, tra il primo e il secondo viaggio a Napoli dopo pochi mesi, gli sembravano aumentare di giorno in giorno. Non dobbiamo poi immaginare che la pasta dell'epoca avesse il sapore di quella nostra: in assenza di qualsiasi standard sanitario, di qualità di cottura e di conservazione, la pasta take away napoletana aveva un sapore acidulo. L'acqua era poi insaporita con grasso e frattaglie di maiale, come un brodo.

Quando si diffuse la fotografia, lo spettacolo diventò non molto diverso da quello che oggi ci si aspetta dai cellulari: i turisti venivano a Napoli a caccia dei mangiamaccheroni e i fotografi fecero una fortuna: uno dei più famosi fotografi di Napoli, Giorgio Sommer, allestiva nel suo studio finti set e pagava qualche monetina a barboni e poveracci per mimare scene da osteria napoletana, che poi rivendeva ai turisti a caccia di souvenirs. Solo durante il ventennio fascista arrivò lo stop al mercato degradante dei mangiamaccheroni: da Roma arrivò l'ordine del ministero della propaganda di eliminare qualsiasi binomio tra maccheroni e napoletani, con sanzioni pesantissime ai fotografi che avessero cercato di fotografare napoletani che mangiavano pasta.

Pompilio Parzanese