LA PRIMA COMUNIONE

Il socio Benito Colonna (Toni), classe 1937, ex Macchinista FS, nato e residente nella frazione cittadina di Rivabella, si ricorda con questo scritto alcuni accadimenti nel dopoguerra.

In una domenica di maggio nel 1946, eravamo sette o otto bambini, accompagnati dai nostri genitori, ci ritrovammo nella chiesa mausoleo del cimitero per ricevere il sacramento della prima comunione. La chiesa di riferimento delle Celle (quartiere di Rimini) era semidistrutta e inagibile. Era servita solo per farci scuola di catechismo (logicamente seduti sulle macerie). Ricordo che il parroco, alla fine della cerimonia, ci invitò fuori dalla chiesa e ci fece come regalo un bicchiere con due dita di vino rosso e una piccola fetta di ciambella.

Nel pomeriggio dello stesso giorno mio padre, caricatomi sul cannone della bicicletta, mi condusse in centro città alla grande chiesa dei frati Paolotti dove il vescovo ci impartì il sacramento della Cresima. Dopo di ciò, assieme al cugino Stelvio, ci recammo a casa sua dove fui festeggiato dai parenti che per l'occasione avevano preparato un piatto pieno di fiocchetti fritti e croccanti (oggi si conoscono col nome di bugie).

Il cugino Stelvio mi regalò una pistola scacciacani. Fu il primo regalo ricevuto che io ricordi, in seguito in gioventù, fra i pochi ma preziosi: ricevetti un orologio da polso a 19 anni e mezzo, quando ero già militare, macchinista nel Genio Ferrovieri a Torino, poi quello fra i più cari, al compimento del mio ventiduesimo compleanno, un'armonica a bocca, dono della mia fidanzata, l'attuale mia moglie Elena.

Benito Colonna (Toni)