FERROVIA RIMINI - NOVAFELTRIA

Il socio Bruno Bernardini, già direttore delle Ferrovie Padane, ci ha consegnato una relazione del 1957 di supporto all'opposizione, diffusa nella comunità locale, di chiusura della linea ferroviaria Rimini - Novafeltria, poi invece avvenuta nell'anno 1960.

Elementi tecnici, economici e sociali di valutazione circa la conservazione dell'esercizio ferroviario.

In questi giorni è all'esame delle competenti Autorità Ministeriali il problema di conservazione o dello smantellamento di una arteria ferroviaria che collega Rimini al Montefeltro: la ferrovia Rimini - Novafeltria in Gestione Governativa.

È parere unanime, più volte pubblicamente espresso, dei Parlamentari dei Collegi della zona, degli Enti locali, delle popolazioni e di tutti coloro che erano presenti gli elementi fondamentali della situazione locale, che una disanima serena e obiettiva non può che portare alla conclusione che la Ferrovia deve essere mantenuta in vita perché a ciò concorrono elementi di carattere tecnico, economico e sociale il cui disconoscimento porterebbe a una decisione errata ed ingiusta.

La Ferrovia Rimini - Novafeltria venne costruita dopo la prima guerra mondiale, in seguito alla riconosciuta necessità di garantire un sicuro collegamento di Rimini con il Montefeltro, un popoloso mandamento situato in prossimità del crinale appenninico e le cui comunicazioni con la pianura e il mare sono state sempre molto precarie per la scarsa stabilità dei terreni e per le avversità atmosferiche che assumono spesso caratteristiche notevoli.

La zona è continuamente insidiata da frane che rendono, tra l'altro, precaria l'opera di canalizzazione e scolo delle acque superficiali e di falda, durante tutto l'anno la strada è tormentata da lavori in corso e, nei mesi invernali, il transito è costantemente reso difficile e pericoloso, sia dai frequenti scoscendimenti delle scarpate, che dalla patina di ghiaccio che ricopre la sede; in occasione poi delle prolungate e copiose nevicate il traffico stradale si arresta totalmente, anche per periodi di notevole entità (10 - 15 giorni) e la zona montana resterebbe quindi totalmente isolata, con gravissime conseguenze generali e particolari facilmente intuibili, se non esistesse il sicuro costante collegamento effettuato dalla Ferrovia, che corre in sede propria per quasi tutto il tracciato di montagna e su piattaforma lontana dalle zone franose, che invece interessano la maggior parte del nastro stradale.

Bruno Bernardini