Partiamo a metà mattinata per la Sardegna, meta tanto sognata. L'accompagnatore è William Vannini con la fedelissima Giusy dagli occhi cinerini. Al volante naturalmente è Mohamed, il nostro grande autista preferred. Speriamo di averlo ancora prossimamente e abbandoni l'idea di ritirarsi improvvisamente. Prima tappa Lucca (prima dell'imbarco), bellissima città con chiese da infarto: San Michele, San Martino col Volto Santo in restauro da pochino, visibile però Ilaria del Carretto, osservata da tutti con affetto, la Torre Guinigi con i sette lecci in alto, San Frediano coi mosaici luccicanti, un incanto, la casa di Puccini e piazza Anfiteatro circondata da case e il bel teatro.
Lasciamo Lucca per giungere a Livorno per imbarcarci alle 20.30 intorno. Notte con sonno a intermittenza, dondolio per cullarci con una certa insistenza. Sbarchiamo e a Orgosolo arriviamo e alcuni dei suoi murales ammiriamo. A Nuoro una tappa breve a casa di Deledda un'occhiata lieve, poi il meraviglioso museo della tradizione e anche a quello delle maschere, che visione! Infine pranzo con i pastori all'aperto, un pasto diverso ma luculliano di certo.
Sazi e soddisfatti ripartiamo e Oristano avvistiamo da lontano. Giretto in città con cinta muraria perduta, Duomo, Porta, statua d'Arborea, giudicessa benvoluta. Rientro, cena e a letto di rigore sperando in un sonno ristoratore. San Giovanni in Sinis il terzo giorno, visita del sito, della chiesa e ritorno. Ci fermiamo prima a lungo sulla spiaggia, una cuccagna: chi fa il bagno, chi solo i piedi si bagna, ma Mohamed, dispettoso quel birbante, butta a mare qualcuno all'istante.
In seguito di Tharros il sito archeologico raggiungiamo e sotto un sole cocente ci incamminiamo. Di Barumini il grande nuraghe si erge fiero e con il suo museo lo perlustriamo per intero. A Iglesias abbastanza tardi si arriva, un po' acciaccati, ma della cena non ci si priva. Dopo un sonno profondo e ristoratore tappa a Sant'Antioco e San Pietro con ardore. A Tratalias l'originale romanica chiesa con scale esterne a indicare al cielo l'ascesa. Prima di arrivare i betoli pietrificati puniti perché vissuti in lussuriosi peccati. Ancora il ponte romano, in centro passeggiamo, e fra Ficus Benjamina, fontana romana e lavatoio vediamo.
Imbarco per San Pietro e Carloforte e tra carrugi per scale e scalette si arriva al Forte. Rientro a Iglesias e cena di pesce ingozzandoci finché si riesce. Penultimo giorno a Cagliari è riservato e subito la bella metropoli è visitata. Si passeggia sui viali fioriti di Jacaranda. Quindi a vedere il santuario di Bonaria di vedetta, poi spiaggia di Poetto con saline, fenicotteri e qualche garzetta. Infine salita alla cittadella coi bastioni, alla cripta del duomo coi leoni. Si scende a piedi per vicoli stretti e ameni fino all'imbarco non senza problemi.
Arriviamo a Civitavecchia in mattinata e a Viterbo trascorriamo l'ultima giornata. Sara ci mostra della città la parte medioevale: piazza del Comune, Palazzo dei Papi e del conclave la storia reale, il quartiere dei profferli detto del Pellegrino a ricordare della via Francigena il cammino. Infine, per suggellare l'ultima giornata, con un lauto pranzo, come di solito, ci si accomiata.
Un grazie enorme e sincero a William e Giusy, a Mohamed che ancora una volta non ci ha delusi, a tutti i partecipanti che con entusiasmo e coraggio hanno affrontato anche i lati più faticosi dello stupendo viaggio.
Anna Rita Cupioli