Virginio Cupioli (Tonino), 1926 - 2023, che trascorse gli anni di gioventù in quella che era una zona periferica della città, via Fogazzaro, ha lasciato alcune memorie come quella che qui viene riportata.
In autunno, inverno e primavera un calzolaio ambulante (abitante nell'entroterra di Santarcangelo fra Borghi e Roncofreddo) arrivava nella via annunciando la sua presenza più volte ad alta voce: Scherpi roti (Scarpe rotte). Durante l'estate era assente perché lavorava in campagna. Aveva con sé tutti gli arnesi del calzolaio con sgabello e deschetto con gambe pieghevoli. Molte famiglie, specie quelle numerose, che avevano scarpe con buchi, mal ridotte dall'uso, per non gettarle le affidavano a Bascien detto Lesna che, con una veloce riparazione, le rimetteva in buono stato a poco prezzo e, se la riparazione richiedeva più tempo, le ritirava per ripararle a casa e le riportava al prossimo giro.
Per lavorare apriva le gambe allo sgabello e al deschetto e si piazzava nei cortili, nelle aie all'aperto, sempre clima permettendo, e con molto freddo nelle stalle riscaldate dagli animali. Recava con sé zoccoli di legno e ciabatte per un piccolo commercio, riceveva anche ordinazioni di scarpe nuove e nel caso prendeva visione dei piedi e li misurava; non fissava il tempo occorrente, però al momento della consegna apparivano opere d'arte fatte a mano, splendenti, cucite interamente con spago intriso di pece e grasso, forti e robuste, veri capolavori di lunga durata che venivano calzate alla domenica e nelle occasioni più significative.
Le azdori (massaie) discutevano sulla spesa, riuscivano a strappare consistenti riduzioni, Bascien era eccellente sul lavoro, debole nel chiedere il compenso, era generoso di animo come un vero romagnolo e le comari ne approfittavano usando anche battute facete a cui Bascien non resisteva. La bicicletta carica dell'attrezzatura e degli oggetti, apparentemente alla rinfusa, spariva alla vista perché nascosta dall'armamentario, e costituiva curiosità e spettacolo quando carico arrivava e poi se ne andava.
Virginio Cupioli