UNA BRUTTA SORPRESA

Il socio Benito Colonna (Toni), classe 1937, ex macchinista FS, nato e residente nella frazione cittadina di Rivabella, ricorda esperienze vissute nell'immediato dopoguerra.

Passato il fronte di guerra, dopo un breve periodo, riaprirono le scuole. Dopo circa un mese da quando avevo iniziato le lezioni, mi sentivo addosso un gran prurito. L'avevo detto alla mamma, ma lei non si era preoccupata; col cibo che eravamo costretti a ingerire aveva pensato a un poco di infiammazione o orticaria. Poi... una mattina, una sgradita sorpresa: nello scoprire il letto vide, nel posto da cui mi ero alzato, una corona di piccoli puntini neri sul lenzuolo che quasi disegnava la forma del corpo. Stupita della scoperta, controllò meglio di cosa si trattava: con stupore e spavento constatò che erano pidocchi.

Si mise le mani in testa dalla disperazione perché, se la zia avesse scoperto la faccenda, poteva anche invitarci ad andarcene. Prese le lenzuola e i miei abiti e senza indugio un poco alla volta li fece bollire in un pentolone, poi mi rase il capo con le forbici e me lo cosparse di petrolio. La cura fu efficace, le bestiacce erano scomparse. Pensando dove avevo raccolto quei frutti, la spiegazione fu subito chiara. A San Vito, durante la nostra permanenza, frequentavo un soldato tedesco magazziniere che mi trattava come un figlio (forse aveva lasciato in patria la consorte e i suoi figlioli). Quasi ogni giorno arrivava vestiario che molto probabilmente era stato recuperato dai commilitoni caduti in battaglia. E mi aveva regalato degli indumenti. Senza dubbio il contagio coi pidocchi era dovuto a questo fatto. Fortuna che le bestiacce non mi avevano mai punto... si vede che il mio sangue non era di loro gradimento.

Benito Colonna