In questo suo scritto Franco Fontemaggi, classe 1930, che trascorse gli anni giovanili, prima di emigrare in Svizzera, nel sobborgo cittadino della Castellaccia, rievoca ricordi del dopoguerra. Mette in luce come allora fosse acceso lo scontro politico in Romagna. Regione nella quale si contrapponevano i social - comunisti all'altro campo dei partiti, in particolare ai repubblicani che, diversamente da altrove in Italia, avevano qui per ragioni storiche un ampio bacino elettorale.
Sul finire degli anni Quaranta, i giovani repubblicani si diedero convegno a Rimini e nel quadro della loro importante assise tennero anche un comizio pubblico. I repubblicani vennero da tutta la Romagna e Piazza Malatesta era colma di gente. La Federazione Giovanile Comunista di Rimini stilò per l'occasione un volantino di benvenuto: auspicava un incontro tra i dirigenti dei due movimenti giovanili e abbozzava una lista di problemi di quel tempo. La distribuzione dei volantini fu fatta da Corrado Fantini e dal sottoscritto fra il pigia-pigia della folla.
A un certo punto qualcuno dai microfoni annunciò che i soliti provocatori comunisti erano presenti nella piazza e che bisognava dare loro una lezione (una lezione di democrazia?). Tutta la piazza si rivoltò contro di noi. Grida spintoni ci costrinsero ad abbandonare l'impresa; cercammo una via d'uscita ma, accerchiati, finimmo contro un muro dove per ripararci un po' dalla grandine di pugni, mettemmo la testa sotto le braccia. Un incubo, dal quale ci salvarono due questurini della polizia di Scelba che, dopo un momento di esitazione, ci difesero, prendendoci per un braccio e aprendosi un varco tra la folla scalmanata.
Ci accompagnarono in Commissariato. Le loro mani tremavano (anche loro se l'erano vista brutta!) e ci dissero se non eravamo dei matti a fare una cosa del genere. Naturalmente, per loro, noi eravamo i responsabili dell'accaduto e non colui che ingiustamente, dal microfono, ci aveva aizzato contro la gente. Basta così. Quella volta furono loro, i disprezzati questurini, a salvarci da un vero e proprio linciaggio.
Franco Fontemaggi