IL DIRETTIVO CHE VERRÀ

Il Presidente nazionale DLF, Pino Buscano, nella videoconferenza del 21 febbraio, con la quale si era collegato con tutti i DLF Territoriali d'Italia, comunicava, fra l'altro, che anche quest'anno non avranno luogo le elezioni per il rinnovo dei Consigli Direttivi; ipotizzava forse l'anno prossimo. Questo annuncio è diventato ormai un rito ricorrente e per alcuni versi sconcertante, considerato che le ultime elezioni per il rinnovo dei direttivi DLF si sono svolte nell'ormai lontano 2008. Questo è avvenuto nonostante il mandato previsto dallo Statuto DLF sia di solo quattro anni.

Questa anomalia dipende dai soci fondatori del DLF, la società FS e i Sindacati dei Ferrovieri, che in tutti questi anni non sono riusciti a trovare un'intesa su un nuovo Statuto che risponda alle reciproche esigenze. Al DLF di Rimini, in questo lasso di tempo, le ricadute hanno comportato il naturale invecchiamento anagrafico del gruppo dirigente consigliare. Un lungo arco di tempo durante il quale si è verificato anche il doloroso decesso di due dei suoi iniziali componenti.

La cartina di tornasole di questa situazione la si evince dal Consiglio Direttivo del nostro DLF che vede otto membri su nove pensionati FS e un solo ferroviere in servizio. Nella fase iniziale di questo mandato la componente di consiglieri in servizio era invece prevalente. Peraltro questo lungo e anomalo mandato del Consiglio Direttivo si è ripercosso anche a livello di presidenza tanto è vero che fa della mia, trent'anni, quella più longeva, che di gran lunga ha superato qualsiasi altra in questo quasi primo secolo di vita del DLF (1925).

Il fare funzionare con risultati positivi i DLF non è mai facile e certi assetti funzionali si conseguono solo col tempo. Questi organismi a volte con attività varie e complesse, basati sul volontariato, non sempre e non tutti hanno espresso quadri dirigenti all'altezza delle situazioni che dovevano affrontare. A volte in determinati DLF, non pochi, è accaduto che per lassismo, dimissionamento e al limite per allegra amministrazione, vi sia stato l'intervento diretto della Sede Centrale con commissariamenti.

Ciò detto, nonostante le tante incognite, il ricambio dei gruppi dirigenti con legittime elezioni non è più rinviabile all'infinito, se non altro come aspetto democratico di rispetto verso il corpo sociale.

Giovanni Vannini