La parola scusa risulta difficile da pronunciare, specialmente in certe occasioni, e ha un acerrimo nemico: l'orgoglio umano. Ha però un amico caro: l'intelligenza che a volte, però, non riesce a prevalere. Tutti possiamo sbagliare, spesso involontariamente (pochi sbagliano con l'intenzione di farlo); allora perché non riconoscerlo e scusarsi di conseguenza? Ne guadagnerebbero i rapporti umani e la civiltà. Eppure facciamo prevalere il nostro orgoglio, il quale non ci permette di riconoscere l'errore.
Faccio un piccolo esempio: Se qualcuno compie un'azione pericolosa per me e per se stesso, mi arrabbio, ma se mi presenta le sue scuse per l'errore compiuto involontariamente, la mia rabbia svanisce e la sua azione mi predispone a un civile rapporto umano. Concludo con un esempio personale valido come tale, senza nessuna intenzione di autoincensarmi. Ho diretto un coro polifonico per tantissimi anni. Qualche anno fa fummo invitati in un teatro parrocchiale a eseguire alcuni brani. Nel dirigere commisi un errore che si poteva interpretare come commesso dai coristi.
Forse pochi se ne accorsero (mio fratello che era presente sì!), ma alla fine del concerto davanti all'intera platea di ascoltatori ammisi il mio errore scagionando i coristi stessi e scusandomi con tutti. Gli stessi coristi non approvarono il fatto di averlo riconosciuto in pubblico (se qualcuno di loro mi legge potrà confermare). Rimango però convinto della giustezza del mio modo di agire. Mi capitò altre volte anche se in occasioni diverse.
Conclusione... quando è il caso, presentiamo queste scuse! Oltre a migliorare noi stessi, migliorano i rapporti civili e... ci sentiamo decisamente meglio.
Filippo Vannini