Ariodante Schiavoncini, 1922 - 2013, figura di spicco della politica riminese, raccontò in questo suo scritto una tradizione allora molto viva, che il lunedì di Pasqua riversava sul colle delle Grazie ingenti masse di cittadini.
La mattina del lunedì di Pasqua, per giovani e bambini del Borgo Marina c'era la tradizione del Somarlungo: gruppi di ragazzini con pochissimi centesimi a testa si facevano portare in carrozzella sul colle delle Grazie. Io non ci sono mai andato perché mi mancavano i pochi soldi che servivano.
Mi piaceva la gita sul colle delle Grazie, nel pomeriggio del lunedì di Pasqua, con mia mamma e Nicola (il mio patrigno). Si partiva con una sporta di cibarie, per fare la merenda su uno dei tanti prati della collina. Una tradizione che si mantenne anche quando poi siamo andati ad abitare nella Barafonda (San Giuliano a Mare). Non si copriva quella lunga distanza a piedi, ma in bicicletta, io seduto sul telaio della bici di Nicola, mentre mia mamma portava la sorellina Quirina su un seggiolino fissato alla sua bicicletta.
Le Grazie, nel 1929, erano poco abitate: una chiesa, un convento di frati, qualche sparuto casolare di contadini e qualche villa di signori. In quel giorno la piazza vicino alla chiesa si popolava di centinaia di gitanti con tanti allegri e chiassosi bambini, di numerose bancarelle ambulanti che vendevano dolciumi, palloncini colorati, sementine, giocattoli. Era un pomeriggio piacevole che si trascorreva assieme a molta gente festosa, occasione per merende con ciambella, salame e uova sode come la tradizione imponeva.
Ariodante Schiavoncini