Prevedendo una nuova ondata di Covid 19 tutto il DLF con varie iniziative si muove,
nuovi itinerari sono stati programmati per quei turisti di viaggi assetati.
Oggi San Ginesio con pranzo di pesce, poi Treia per chi da tempo non esce.
Si parte presto e puntualmente alla guida del nostro affezionato Mohamed ci si affida.
Entriamo in paese da una delle tante porte che, forando le possenti mura, racchiudono la corte.
Annoverato fra i borghi più belli d'Italia, il suo centro storico subito ci ammalia.
Purtroppo qui il terremoto ha picchiato duro rendendo la maggior parte degli edifici malsicuro.
Città delle cento chiese è considerato, ma l'ingresso in esse è severamente vietato;
tutte sono chiuse o puntellate per essere rese sicure e restaurate.
Intravvediamo della Collegiata della Santa Annunziata, il gotico fiorito della sua bella facciata,
il lungo portico con loggia dell'Ospedale dei Pellegrini, ci affacciamo sugli innevati monti Sibillini.
Torre, piazza, Museo e Pinacoteca Gentili, teatro, scorci, monumenti, edifici signorili.
Non manca nulla a questo piccolo scrigno che il terremoto ha ferito, maligno.
Torniamo al pullman rattristati e ci dirigiamo a Treia dopo esserci abbondantemente rifocillati.
Alla sommità di un colle lungo e stretto ci appare da lontano da mura ben protetto.
Anche questo borgo è stato danneggiato da scosse telluriche che l'hanno lesionato.
Una ripida lunga scalinata percorsa con fatica ci porta nella parte più interessante ed antica,
mostrando Teatro, Accademia Georgica, palazzi che s'innalzano fieri su minuscoli spiazzi.
Ci incamminiamo morti di stanchezza dopo aver ammirato da lontano della Rocca la bellezza.
Applausi a Vannini del DLF presidente per l'organizzazione come sempre efficiente,
applausi a Mohamed, fedelissimo autista, al gruppo che speriamo presente nella prossima visita
Anna Rita Cupioli