Avevo sedici anni ed era una domenica pomeriggio dell'estate 1966, visto la bella giornata io e i miei amici decidemmo di recarci con i nostri motorini al mare a Lido di Dante per fare il bagno. Arrivati vedemmo che il mare era in burrasca, tirava un forte vento creando alte onde. Io e il mio amico Mauro decidemmo lo stesso di fare il bagno, non pensando ai rischi che avremmo potuto incontrare in quelle condizioni. Ci sentivamo sicuri per il fatto che sapevamo nuotare e che quindi ce la saremmo cavata in caso di difficoltà. I restanti miei amici più prudenti decisero di fare una partita a calcio.
Io e Mauro entrammo in acqua e piano piano ci allontanammo da riva, quindi cominciammo a tuffarci contro le onde, a un certo punto fummo trascinati in un vortice. Si era creata una profonda buca e la corrente ci trascinò sotto il livello dell'acqua. Ogni volta che emergevamo con l'arrivo di nuove onde la corrente ci trascinava nuovamente sotto. Dopo vari faticosi tentativi e ormai privi di forza, riuscimmo a emergere nel momento preciso in cui arrivò una forte onda che ci trascinò miracolosamente per pochi metri fuori dal vortice.
Riuscimmo ad arrivare a riva stremati. Per alcuni minuti avevamo pensato di non farcela, la paura ci aveva bloccato la voce e non eravamo riusciti a chiedere aiuto. Nessuno dei nostri amici in spiaggia si era accorto del pericolo che avevamo corso. Da quel giorno ho imparato che anche il mare può essere pericoloso. Bisogna quindi essere prudenti e non sfidarlo quando non è calmo.
Marino Masini