ESCURSIONE A LONDRA

Durante gli anni lavorativi vissuti in ferrovia ho sempre cercato di avere un buon rapporto con tutti i colleghi, anche quelli con mansioni diverse dalla mia, qualifiche dove a volte affiorava un certo campanilismo. A conferma di ciò questo mio racconto che potrei titolare Quattro capotreni e un macchinista.

Affiorato dalla mia mente la scorsa estate, seguendo in televisione la partita giocata e vinta dalla nostra nazionale di calcio contro l'Inghilterra nel mitico stadio di Wembley, questo ricordo risale al lontano novembre 1977. I protagonisti, oltre al sottoscritto, furono Giancarlo, Paolo, Nevio e Luigi. La passione per il calcio era ciò che ci accomunava. Giancarlo e Luigi erano anche dotati di una certa tecnica, Nevio aveva dalla sua una notevole presenza fisica che non guastava.

Tutto cominciò incontrando casualmente Luigi che mi informò che avevano l'idea, lui e gli altri tre, di recarsi a Londra ove avevano un amico che gestiva un ristorante e poteva in qualche modo ospitarli un paio di notti e che vi era eventualmente ancora un posto libero. Questo per andare ad assistere alla partita Inghilterra - Italia valevole per le qualificazioni ai mondiali di calcio del 1978. A dire il vero le due nazionali avevano già la qualificazione assicurata, ma una storica rivalità ne faceva sempre una partita interessante.

Non ci pensai troppo e aderii quasi subito all'invito. Nel giorno fissato partenza da Rimini nel pomeriggio e arrivo in serata Milano, da qui sistemazione in vagone cuccette sul treno che, viaggiando tutta la notte, ci avrebbe portato fino a Parigi dove si giungeva nel primo mattino. Cambio stazione e partenza in treno per Calais dove ci attendeva il traghetto che, attraversato la Manica, ci avrebbe sbarcato a Dover sulla costa inglese.

Come sempre facevo quando andavo in posti in cui non ero mai stato mi procurai una piccola guida, di Londra in questa occasione, per trovare i luoghi più importanti e la loro dislocazione. Sul traghetto me ne stavo tranquillamente seduto a un tavolino osservando una cartina della città, segnandomi le cose più interessanti da vedere e tracciando su di essa una linea, tipo un itinerario che si poteva percorrere. Mi si avvicinò con discrezione un signore che sbirciando quel che stavo facendo esordì complimentandosi con un cordiale good (buono).

Io annui sorridendo piuttosto imbarazzato, lui cercando di farsi capire mi chiese quanto tempo mi sarei fermato in città. Risposi due, aiutandomi con le dita di una mano. Week? (settimana) chiese lui, no no day (giorno) risposi. Dopo un attimo di silenzio se ne andò scuotendo la testa, ridendo e bofonchiando qualcosa di introducibile. Capii benissimo che voleva dire che in soli due giorni a Londra si può a malapena bersi una birra! Ma quello era il tempo che avevamo, partita inclusa!

Dopo la cena, tutti molto stanchi, subito a nanna e qui il primo piccolo inconveniente che ci fece pensare che forse non tutto sarebbe filato liscio. Luigi, nel chiudere la finestra della camera dove avremmo dormito, ruppe un vetro e dato che la stanza non era munita della serranda entrava aria, appena attutita da una tenda. Non patimmo certo caldo la notte! Il giorno dopo, visto che la partita si sarebbe svolta in serata, lo trascorremmo quasi tutto in cammino vedendo tanti luoghi turistici.

A sera ingresso in quello stadio che era uno dei luoghi più importanti al mondo per il calcio. Posizionati nei posti relativi ai nostri biglietti, capimmo subito di non essere sistemati nella zona assegnata agli ospiti bensì in quella curva frequentata dai sostenitori locali! Quindi tutta la partita, vissuta rigorosamente in piedi, completamente accerchiati dai tifosi inglesi urlanti e la cosa non fu davvero piacevole!

Fortunatamente la partita finì 2-0 per loro e ne uscimmo intatti, timpani a parte! Il bello della serata, meglio dire della nottata, però doveva ancora arrivare.

continua

Luciano Caldari