LA GUERRA LIBICA

Oreste Cavallari, (1916 - 1980), avvocato, decorato al valor militare, repubblicano, invalido di guerra, è stato autore di una ricerca sugli anni che precedettero l'ascesa del fascismo in città. In questo suo scritto, riguardo l'intervento militare in Libia, descrive come si schierarono le maggiori formazioni politiche cittadine del tempo.

Rimini fu per la guerra libica, Forlì e Ravenna contro. S'ebbero tafferugli a Forlì e qualcosa di più a Ravenna. Nenni (repubblicano) e Mussolini (socialista) furono condannati prima a Forlì e poi, in appello, a Bologna. Nenni prese 7 mesi e mezzo, Mussolini ne prese 5.

Rimini fu per l'impresa libica e lo dimostra non fosse altro il nome che dette a molte delle sue vie, una delle quali, via Tripoli, rimane tuttora una delle più belle e importanti. All'impresa si dettero anche i repubblicani riminesi. Quelli di Forlì erano invece contrari a quella caricatura d'imperialismo. Contrari pure i socialisti.

Allora i repubblicani riminesi trassero dalla loro Mazzini: Schiudere all'Italia le vie che conducono al mondo asiatico è il problema che la nostra politica internazionale deve proporsi con la tenacità della quale, Pietro il Grande a noi, fa prova la Russia per conquistarsi Costantinopoli ... Nel moto inevitabile che chiama l'Europa a incivilire le regioni africane, Tunisi, chiave del Mediterraneo centrale connessa al sistema sardo-siculo e lontana 25 leghe dalla Sicilia, spetta all'Italia ... La vita nazionale è lo strumento, la vita internazionale è il fine ... La prima è opera di uomini, la seconda è prescritta e additata da Dio.

I socialisti indissero lo sciopero generale. Tentarono un comizio in piazza, indussero qualche negozio a chiudere, costrinsero i soldati a rimanere in caserma. In sostanza, però, non conclusero nulla. Se la presero con i disertori, contro quelli, cioè, che non avevano sentito il bisogno di protestare contro le mene espansionistiche che in un attimo frantumarono il fecondo lavoro di ascensione che il proletariato serenamente maturava per il suo avvenire di libertà e di giustizia.

E poiché questo era scritto su Lotta di Classe del 30 settembre del 1911, chiaramente era da attribuirsi a Mussolini. S'ebbero qui altre dimostrazioni contro la guerra in Libia, dimostrazioni che scesero a violenze contro negozi, vetture ferroviarie e contro la partenza dei soldati per il fronte. Sintomatico si apre a Rimini una sezione di nazionalisti.

La Città nel suo complesso non si mosse. Era per la guerra in Libia. Il suo sentimento era espresso dai liberali che vedevano nella campagna d'Africa un mirabile rimedio per l'emigrazione, per il Mezzogiorno e, attenzione, il primo sintomo significativo di redenzione interiore, l'inizio di una nuova vita d'Italia, nel secondo mezzo secolo della sua unità! Così i liberali scrivevano sul loro giornale Corriere di Rimini del 2 settembre. E non avevano torto. La stragrande maggioranza degli italiani fu per l'impresa. E Beltrame sulla Domenica del Corriere anticipava l'Italia del 1935 - 1936.

Oreste Cavallari