UN'EPOCA PIONERISTICA

Zeno Zaffagnini (1932 - 2019) si trasferì a Rimini, dalla sua natale Imola, nel 1951, come funzionario di un partito politico, per diventare poi Sindaco nel periodo 1978 - 1983. Della città descrive in questo suo scritto la frenetica trasformazione, di cui è stato testimone, avvenuta dal dopoguerra nell'arco del cinquantennio successivo, con particolare riguardo sul piano urbanistico nell'area della zona marina.

Essere diventato riminese mi ha permesso di seguire e vivere le grandi trasformazioni che la città ha conosciuto nel corso di un cinquantennio, evidenziate dall'aumento della popolazione. Nel 1951 Rimini contava circa 70.000 abitanti, nel 2000 superava i 130.000. Questo ha significato un'espansione urbanistica enorme, spesso caotica e disordinata. I nuovi arrivati avevano bisogno di case e, mancando una cultura urbanistica e adeguati strumenti, si è sviluppato un singolare fenomeno che vedeva intere famiglie, uomini, donne, ragazzi, costruirsi, soprattutto la domenica e i giorni festivi, la casa in proprio.

Questa è stata la prima generazione di albergatori, oggi siamo alla terza, composta da persone con più cultura, più professionalità, con più capacità manageriali, ma, questa è la mia impressione, con meno entusiasmo, meno voglia di rischiare, di osare rispetto ai loro genitori o nonni. L'altro grande pilastro sul quale hanno poggiato le fortune del nostro turismo è stata la cambiale. Negli anni '50 c'era un detto: Se avessi i soldi per comprare le cambiali, mi costruirei la Pensione. Era un modo efficace e fantasioso per rappresentare una realtà.

I futuri albergatori non avevano capitali, ma voglia di fare, per cui rischiavano con la cambiale, dando in garanzia la casetta, il pezzo di terra dei nonni, il lotto acquistato a fatica e sul quale doveva sorgere l'albergo. Si rischiava tutto, ma si aveva grande fiducia. Negli anni '50 e '60 il giro delle cambiali era vorticoso; a mia memoria però i protesti erano rari, vi era una grande onestà e, al tempo stesso, un turismo che cominciava a produrre reddito, anche grazie, non è male rimarcarlo, a un feroce auto sfruttamento della famiglia.

A Gambettola, il cui benessere è stato legato al commercio del ferro, dei residuati bellici, dei cascami metallici, è stato fatto il monumento allo stracciarolo, che di quei commerci era l'anima. A Rimini forse sarebbe opportuno farne uno alla cambiale, come dovuto riconoscimento a uno strumento che ha svolto un ruolo tanto importante a sostegno del nostro turismo e, oggi, è invece quasi dimenticato.

In mancanza di cultura e di strumenti anche le strutture turistiche sono sorte e si sono sviluppate senza un impianto urbanistico, senza adeguati spazi, con una viabilità angusta. Su lotti di terreno modesti si sono costruite piccole pensioni, alcune trasformatesi in alberghi di consistenti dimensioni; gli spazi poi si sono riempiti di tanti negozi con un'edilizia e un'estetica non certamente brillanti.

Queste mie osservazioni non vogliono essere un atto d'accusa verso un passato lontano, ma la semplice constatazione di una realtà sorta in epoca pioneristica, dopo le distruzioni della guerra, in un periodo nel quale le esigenze fondamentali erano sviluppo economico e occupazione, che fungevano al tempo stesso da pungolo per innovare con coraggio, determinazione, lungimiranza.

Zeno Zaffagnini