UN'AREA DI FRONTIERA

Le stazioni ferroviarie, e le zone attigue, costituiscono spesso, specie quelle più importanti, un problema di ordine pubblico. Quasi ovunque risultano un richiamo, un'attrattiva per ogni sorta di sbandati, barboni, senza fissa dimora, d'individui di malaffare e ricettacolo, di loschi e oscuri traffici.

La stazione di Rimini non sfugge purtroppo a questa regola, in particolare d'estate, assurgendo a volte anche all'onore della cronaca nera. Una piaga che fino a ora, chi di dovere, ha difficoltà a debellare e così pure a contenere. Questo, nonostante il provvedimento annunciato, non so fino a che punto già preso, per scoraggiare certe frequentazioni, quali: estensione dell'area interessata alla videosorveglianza, potenziamento dei punti luce, presenza più assidua delle forze dell'ordine.

Le aree del Dopolavoro Ferroviario, limitrofe a quelle della stazione (ex scalo ferroviario), soffrono il persistere di questa preoccupante situazione. Il recinto che ne segna la linea di demarcazione, è troppo spesso, violato. Quest'ultimo è costituito da manufatti in cemento ma è capitato più volte che malintenzionati, per creare un passaggio, ne abbiano abbattuto alcuni o aperto varchi. Si è provveduto, poi, sempre a ripararli, anche rafforzarli aggiungendo reti di metallo, ma, fino a ora, questi tentativi si sono rilevati insufficienti.

Per altro la vulnerabilità dell'area DLF è determinata anche dalla necessità di tenere sempre aperto il cancello principale su via Roma, per dare sempre la possibilità di accesso, in alcuni parcheggi, a soci ferrovieri in servizio. Un'area questa, però, che non si è in grado di controllare in permanenza e non è raro che si verifichino abusi come quello avvenuto recentemente, ovvero l'abbandono di un camper sprovvisto di targhe. La cui rimozione è avvenuta, dopo la denuncia dell'accaduto all'autorità di pubblica sicurezza.

La foto qui pubblicata, del 31 gennaio, riprende, tramite l'intervento di un carro attrezzi, il momento del trasferimento del mezzo.

Giovanni Vannini