NEI PARAGGI DI CASA

Franco Fontemaggi, classe 1930, già abitante a Rimini nel centrale sobborgo Castellaccia, ha lasciato ricordi scritti della sua esuberante infanzia.

Adiacente alla mia abitazione in via dell'Ospedale, viveva una vecchietta che si vestiva ancora come una ragazzina, si pettinava i capelli con lo chignon, si imbellettava e si dipingeva le labbra con più strati di rossetto, calzava un paio di scarpe con un tacco altissimo, un po' slabbrate, che le uscivano dai piedi e per strada facevano un fragoroso tic tac. Noi bambini le correvamo intorno per canzonarla e in coro ripetevamo: Reginetta batt i tach; reginetta batt i tach. Lei si affrettava a rientrare e sulla soglia di casa si rigirava e, con un filo di voce, diceva: Mascalzoni, andate via, brutti mascalzoni!.

All'angolo del vicino vicolo Cima, la saracinesca alzata, un magazzino lasciava uscire sulla strada un forte odore di frutta. A ogni stagione il suo frutto, diceva mia madre: In autunno primo frutto la nespolina, ultimo frutto la giuggiolina, ma non erano questi i frutti a cui anelavo; c'era nell'aria un profumo speciale che fiutavo come un segugio: era l'odore degli ananas, delle banane, dei datteri. Noi, a casa nostra, tutt'al più potevamo concederci una fetta di fichi secchi compattati, che facevano da companatico al pasto della sera, ed era una leccornia.

Franco Fontemaggi