RACCOLTA SINGOLARE

Il socio Benito Colonna, classe 1937, ex Macchinista FS, nato e residente nella frazione riminese di Rivabella, ricorda dei suoi tempi giovanili, anni '50, una raccolta provvidenziale di cacciagione.

Sulla scarpata lato monte della linea ferroviaria Rimini - Ravenna, le varie trasmissioni telefoniche e telegrafiche erano assicurate tramite una miriade di fili di rame che formavano un grosso fascio sospeso a circa tre metri da terra. Fissati e isolati da bicchieri di porcellana (biciaroli), erano sostenuti da una struttura con pali di legno. In quel periodo, fino agli anni 1955 - 56 circa, essendo già io agente delle Ferrovie dello Stato, ricordo che i messaggi di servizio fra stazioni venivano ancora trasmessi via telegrafo.

Facendo tesoro dei racconti della nonna casellante, imitando prima nonno Luigi e poi mio padre, anch'io sperimentai un sistema di caccia alquanto singolare che ben pochi conoscevano. Nel periodo di passo degli uccelli, cioè in primavera e autunno, nei giorni in cui infuriava il vento di mare, all'imbrunire come a notte fonda, questi poveri volatili, per lo più tordi e allodole, stanchi per l'attraversamento del mare senza fare sosta, sospinti dal vento impetuoso, volando bassi sulle onde per sfruttare meglio la spinta, giungevano sulla costa a elevata velocità. Riuscivano a evitare quasi tutti gli ostacoli, ma purtroppo per loro quell'insieme di fili metallici era una trappola invisibile e mortale.

Diversi, urtando violentemente, cadevano morti o gravemente feriti. Al mattino di buonora, cercando di non farmi scorgere, in special modo dai miei coetanei, onde evitare possibili concorrenti, facevo il mio giretto lungo la scarpata lato monte della ferrovia. Raccoglievo e occultavo all'interno di una borsa tutti i caduti. Al ritorno a casa consegnavo alla nonna il raccolto che ella sapientemente aromizzava con pepe, aglio, rosmarino e un'aggiunta di pancetta e buon olio. E col solito padellino il gioco era fatto.

Benito Colonna