PERSONAGGI

Diversi anni fa, in ogni ambiente, esistevano personaggi particolari che si distinguevano dagli altri per il loro comportamento poco ortodosso sul lavoro. Malgrado le continue reprimende o punizioni, persistevano nel loro agire, forse dovuto al contratto a tempo indeterminato. Ciò succedeva a maggior ragione nello Stato, quindi anche in ferrovia dove, avendo io lavorato per circa 40 anni, di personaggi del genere ne ho conosciuti tanti. Voglio qui farne un breve esempio.

Bologna, anni Cinquanta. In quegli anni, esistevano ancora alcune linee con trazione a vapore (l'ultima, la Bologna-Verona, fu elettrificata nel 1956); vi erano quindi macchinisti e fuochisti incaricati di guidare locomotive che effettuavano anche treni viaggiatori. Due di questi erano il macchinista detto il Romano e il fuochista detto il Balilla (non ne ricordo i nomi veri). Il macchinista veniva così chiamato perché era stato trasferito a Bologna da Roma per punizione, dovuta al suo comportamento.

Bravo macchinista a vapore, ma a dir poco eccentrico. Per queste sue caratteristiche nessuno voleva fargli da fuochista. Accettò solo il Balilla, altro personaggio eccentrico, e fecero coppia fissa. Quest'ultimo era riconoscibile perché vestiva in tutte le stagioni, inverno compreso, con una sola camicia aperta sul torace, senza maglietta e con una grossa catenella appesa al collo. Quella era la sua divisa!

Ne combinarono di tutti i colori. Per fare un esempio, ne racconto una. Linea Bologna-Ferrara, non ancora elettrificata, quindi tutti i treni effettuati con locomotive a vapore. I nostri due svolgevano servizio su quella linea. Il ristorante della stazione di Ferrara era gestito dal ristoratore Casali, molto noto per avere un ristorante rinomato a Cesena e ideatore dei cestini da viaggio. Molti viaggiatori, quando i treni si fermavano in quella stazione, all'ora di pranzo oppure di cena, acquistavano da Casali un cestino, contenente un pasto completo (non vi erano ancora servizi ristorante a bordo dei treni). Per fornire questo servizio, vi era un addetto che passava lungo il treno a vendere i cestini. Risulta evidente che più il treno sostava, più cestini si sarebbero venduti. Ma la fermata prevista d'orario con i treni viaggiatori, di solito, durava uno o due minuti. Pochi.

Ecco che entrano in ballo i nostri eroi. In accordo con il ristoratore, fingendo un lieve surriscaldamento ai movimenti della locomotiva, si recavano a lubrificare qualche elemento, così la sosta si prolungava per qualche minuto in più. Ciò significava vendere più cestini. Ma, do ut des, due cestini apparivano stranamente anche sulla locomotiva. Durò tacitamente per qualche tempo. Poi il ristorante cambiò gestione e il cestino cessò di comparire nel luogo opportuno. Cosa fecero loro? Un giorno, quando il carrellino che trasportava i cestini, si trovò nei pressi della locomotiva, lo legarono alla locomotiva stessa e partirono.

Un'altra volta, transitando da una stazione dove non avevano fermata, finsero di stare litigando (faccio presente che le cabine delle locomotive a vapore sono aperte e quindi il personale è ben visibile). Il macchinista fingeva di percuotere con il gancio (un ferro lungo che serve per ravvivare il carbone) il fuochista. Tutta la linea andò in allarme: I macchinisti si ammazzano con treno in corsa! Come finirono? Il Balilla non ricordo. Il Romano invece lo distaccarono alla centrale termica del Deposito Locomotive di Bologna Centrale. Trovò il suo posto ideale. Leggeva tutto il giorno, senza responsabilità né guai da procurare.

Filippo Vannini