SAREBBE BELLO

Metà febbraio e sta arrivando il tempo di inviare a Vannini due righe per La nostra Voce di aprile/maggio. Capita a volte di avere qualche difficoltà a scegliere l'argomento e così è in questi giorni. Sarebbe bello poter scrivere che la pandemia è finita, che si è tornati alla vita normale, a stringere la mano a un amico per strada e invitarlo a prendere un caffé, ad abbracciare una persona cara, a prendere in braccio un bimbo, raccontare che abbiamo partecipato a quella gita con amici rimandata già tante volte e esserci poi trovati tutti attorno a una tavola.

Sarebbe bello poter scrivere che abbiamo ricominciato alla grande l'attività del nostro Gruppo Podistico, che è stato bellissimo ritrovarsi in tanti agli appuntamenti domenicali, di aver rivisto amici e conoscenti che era un anno che non ci si incontrava, scherzato un po' con loro sul tempo che passa e, pur vedendoli leggermente ingrassati, mentire spudoratamente dicendo di trovarli in perfetta forma. Sarebbe bello comunicare che l'organizzazione della nostra gara sta procedendo benissimo e che non vediamo l'ora di accogliere presso il DLF, come sempre avvenuto negli anni passati, centinaia di podisti felici di stare con noi.

Sarebbe bello confermare di aver cominciato a pensare alle tante gare che durante tutto l'anno si svolgono nel Riminese e anche a quelle più lontane, di organizzarci per raggiungere luoghi anche fuori regione, podistiche su itinerari turistici, posti dove magari siamo già stati qualche anno fa. Sarebbe bello raccontare il ritrovarsi in mezzo al gruppo e sentire la voglia di rimettersi anche un poco in competizione e decidere di tornare ad allenarsi con un certo spirito, con una certa voglia. Sarebbe bello descrivere il desiderio di prendere ancora un treno, anche solo per andare a prendere un caffé in una stazione dove sei stato tante volte quand'eri in servizio, osservare dal finestrino ancora quel panorama che una volta conoscevi a memoria.

Invece siamo qui, proviamo a chiudere un attimo gli occhi per convincerci che tutta questa brutta storia altro non è che un incubo da cui stiamo facendo fatica a uscire, che rivedremo ancora gli amici, parenti, conoscenti che pensavamo di avere perso. Siamo ancora qui ed è tutto maledettamente nero e dobbiamo anche ringraziare di esserci, consapevoli che questo incredibile brutto momento continua a tormentarci. Siamo ancora qui e, pur essendoci anche speranze di uscirne, ci rendiamo conto che la strada è ancora lunga e ci sarà da soffrire sotto tanti aspetti.

Siamo ancora qui a pensare a ciò che è venuto a mancare ai fanciulli, ai giovani. Momenti di spensieratezza, di giochi, di studio, di amicizie e primi amori. Siamo ancora qui anche noi, persone di una certa età, che non hanno ancora tantissimi anni da spendere e anche questo non rallegra. Siamo ancora qui e auguriamoci che quando sarà stampata La Nostra Voce di giugno/luglio possiamo trovarci in una situazione nettamente migliore.

Luciano Caldari