BOMBARDAMENTO OSSERVATO DA SAN MARINO

Un giorno, tempo fa, mi trovavo alla pescheria del mercato coperto di Rimini, dove solitamente mi reco per comperare pesce fresco. Essendo questo un luogo dove normalmente ci si incontra tra amici ed ex colleghi di lavoro, discorrendo con l'amico Giovanni abitante di San Marino, sapendo che mi diletto a scrivere testimonianze sul passato, iniziammo a parlare del periodo bellico e dei bombardamenti, dei disastri causati a Rimini, dove ancor oggi si possono rintracciare ruderi di palazzi e altri fabbricati.

Mi viene a raccontare del terribile bombardamento del 18 settembre 1944. Alla fine l'amico che all'epoca era un ragazzino, mi dice:

Vuoi sapere una cosa? Quella sera ho assistito anch'io a quel triste avvenimento. Ero uscito di casa per gustarmi la frescura della sera, quando vidi laggiù sulla pianura, sopra la città di Rimini, accendersi dei puntini luminosi che subito compresi essere bengala. Altre volte avevo assistito a quel genere di spettacolo, che sapevo, serviva agli aerei ricognitori per far luce sui punti strategici e quindi fotografarli. Quella sera però, stavo assistendo a una cosa da definirsi anomala. Pareva l'accensione progressiva di mille grandi luci di un immenso altare che formavano una compatta striscia luminosa avanzante dal mare verso monte.

Immaginai che quella visione anomala avesse potuto significare un qualche cosa di eccezionale. Chiamai a gran voce mio fratello Luigi che si trovava in casa. Capimmo subito che si trattava di un grande disastro, lampi improvvisi che si accendevano in terra e in mare per subito spegnersi denotavano un massiccio bombardamento aereo e navale, un vero cataclisma che avrebbe sconvolto e fiaccato tutta la linea di difesa tedesca. A conferma di ciò giunse ai nostri orecchi l'eco di esplosioni. Mio fratello rientrato in casa ne uscì poco dopo portando un binocolo. Dopo aver osservato per alcuni secondi me lo passò, imprecando con rabbia: Una cosa del genere mi auguro davvero di non doverla mai più vedere, guarda quante esplosioni, chissà che disastro stanno facendo. Il guaio è che per colpa di pochi disgraziati maledetti, troppi innocenti debbono rimetterci la vita.

Ci guardammo sgomenti nel pensare a quella povera gente che si trovava sotto quel fuoco infernale. Io e mio fratello, terminato il bombardamento che ci pareva fosse durato un'eternità ci scuotemmo e con angoscia indicibile nel cuore ci abbracciamo non riuscendo a trattenere le lacrime. Ci rendemmo conto di come era ridotta la città di Rimini, quando passata la bufera, dopo la liberazione, scendemmo al piano. Lo spettacolo si è impresso indelebilmente che ancora lo vedo nitido come fosse accaduto ieri. Girando per le strade, quasi non riconoscevo quei luoghi in cui ero stato tante volte.

Benito Colonna