Il socio Virginio Cupioli (Tonino), classe 1926, pensionato FS, già Capo Stazione Superiore, in questo racconto rievoca un sistema di pesca, oggi proibito, assai diffuso un tempo.
La Tratta era praticata in questo modo: utilizzando una rete alta due metri circa, a maglie strette, con sotto i piombi e sopra i galleggianti, lasciando un canapo a riva, con una barca era portata al largo e calata in mare formando una linea curva legata ai capi con due robuste funi, lunghe quanto bastava per arrivare a terra. La barca rientrava portando l'altro canapo a distanza equivalente la lunghezza della rete.
Sulla spiaggia erano pronti diversi uomini in due gruppi uguali per ciascun canapo, lo attorcigliavano con una corda corta terminante con un nodo legata al proprio corpo, tiravano in posizione obliqua ritmicamente passo per passo all'unisono restringendo lo spazio fra un canapo e l'altro per essere vicini quando il fondo della rete con il sacco giungeva a riva.
Con l'avanzare del canapo l'uomo più lontano si portava sul bagnasciuga alternando il tiro, da ultimo a primo. Per ogni calata occorreva non meno di due ore.
Virginio Cupioli