LE MINE

Il socio Benito Colonna (Toni), classe 1937, pensionato FS, nato nella frazione riminese di Rivabella, ripercorre qui momenti vissuti nell'immediato dopoguerra.

Siamo in clima immediatamente postbellico, non solo in senso metaforico, tant'è che il mare è ancora disseminato di mine, grandi come damigiane, simili a enormi ricci di mare, dai cento detonatori. Più volte potei osservarle, strappate agli ancoraggi e portate dai marosi ad arenarsi sulla riva.

Ricordo che i genieri artificieri le portavano al largo per farle esplodere. Alcune volte, per prudenza, quando le mine erano enormi, furono fatte evacuare le famiglie dalle abitazioni adiacenti alla costa perché la deflagrazione poteva costituire pericolo. Il boato era decisamente impressionante, ma la visione della colonna d'acqua che s'alzava alta nel cielo per poi ricadere su se stessa, era addirittura spettacolare.

Quando noi giovani sapevamo che facevano brillare una di queste mine, ci preparavamo col moscone (pattino) per poi, a pericolo passato, andare sul posto con il guadino a recuperare un gran numero di bei pesci morti o tramortiti, pronti per noi.

Benito Colonna