MEMORIE DI UN FERROVIERE A RIPOSO

Sono della classe 1941, abitavo da bambino in via Marecchiese, nella villa del C.D.P.V. Giubilei sita di fronte alla vetreria Baldinini. Essendoci la guerra, nella villa si instaurò il Comando Tedesco, per cui dovemmo sfollare, come tanti, nelle vicine campagne, ospiti di contadini e parenti. Passata la guerra e conseguito nel 1956 il diploma di Tecnico con specializzazione Meccanico, iniziai a lavorare presso le Officine Gemmani e Nicoletti, ora SCM, dal 1960 circa, con qualifica di apprendista e stipendio di Lire 27,40 orarie.

La produzione di macchine per la lavorazione del legno era avviatissima e quindi molto richiesta la mano d'opera; mi ritrovai così con alcuni compagni di scuola: Alessandri Carlo, Vagnini Sergio, Galli Silvano, Urbinati Norberto detto Norge. Nel 1960 l'Azienda Autonoma Ferrovie dello Stato bandì alcuni concorsi; vi partecipai e venni assunto il 15 settembre 1962, assieme ad Alessandri Carlo, nella stazione di Ravenna con la qualifica di Assistente di Stazione, che sostituiva quella di Alunno d'Ordine.

Le mansioni erano le stesse: Gestione di Biglietteria, Bagagli e Colli Celeri, Merci e anche Telegrafo Alfabeto Morse; comprendevano anche operazioni di controllo e scarico Bagagli e Colli Celeri dai treni viaggiatori; controllo carri merci, pesi, velocità, merci e vetture in composizione al convoglio...

Dalla stazione di Ravenna, nel periodo estivo, venivo trasferito, dietro domanda, all'Impianto di Rimini, notoriamente soggetto a un impressionante aumento di traffico data la notevole ricettività turistica, con conseguente richiesta di personale aggiunto. Ai normali treni si aggiungevano treni al seguito, detti Bis e anche Ter in servizio interno; il servizio con l'Estero aveva come destinazione Paris Lyon, Munchen HBF, Wien Sud e Zurich, anche con carrozze cuccette.

Nel fine settimana si aggiungevano treni che, a mio parere, sono stati un gioiello delle Ferrovie perché permettevano di caricare, su appositi vagoni, le auto anche con carrello carico di mezzo anfibio, e moto anche con sidecar, mentre i loro proprietari accedevano alle vetture viaggiatori. Nel 1969, essendo straripato l'Arno, tutti i treni della direttissima furono deviati sulla linea Orte - Falconara- Rimini con considerevole aumento di traffico e difficoltà, data la lunghezza dei convogli; il traffico andò in tilt nel momento in cui anche il fiume Lamone, in quel di Faenza, esondò per cui occorse una ulteriore deviazione via Ravenna - Castelbolognese.

Questa linea a semplice binario non elettrificata permetteva la circolazione di un convoglio alla volta con cambio trazione da elettrica a vapore, che veniva svolta dalla gloriosa 740: occorreva quindi cambiare fogli corsa con nuovi M40 per variazione di velocità e incroci con altri treni da farsi solo nelle stazioni di Rimini e Ravenna. Questa situazione durò circa 50 ore, comunque sufficienti a obbligare il personale a una attività frenetica per cambi macchine, disposizioni a voce e con moduli e così via... fino al termine del disagio con grande soddisfazione di tutti.

Nel 1997 avvenne la privatizzazione: l'Azienda Autonoma Ferrovie dello Stato divenne Ente FS: modifiche dei turni di lavoro e soppressione di alcuni servizi; mancandomi poco per raggiungere il massimo di servizio, approfittai della concessione fino a sette anni di scivolamento. Andai in quiescenza l'1 novembre 1997 con qualche rimpianto per il distacco dagli amici e colleghi: Carlo Alessandri, segretario della sezione micologica del DLF, Mario Palazzini, dichiarante doganale, Giovanni Vannini, presidente del DLF e tutti coloro con i quali ho condiviso i sacrifici insiti nello svolgimento del servizio.

Auguro a tutti benessere e salute in questi anni cosiddetti di riposo.

Giuseppe Canarecci