RITARDO IMPREVISTO

L'obiettivo che mi ero prefissato era di prepararmi durante l'inverno in modo da essere pronto in primavera per una maratona. Coerente, nel periodo non avevo saltato un allenamento, benché, come lavoratore pendolare, la sera quando tornavo a casa fossi stanco. Infatti mi alzavo tutti i giorni feriali alle ore 6.00 per recarmi al lavoro a Rimini da Classe dove abitavo. Avevo deciso di partecipare alla maratona di Torino, che si sarebbe svolta il 25 aprile 1993. Torino era stata scelta dalla FIDAL come sede del campionato nazionale di maratona.

Alla partenza da Avigliana, distante 27 km da Torino, ci presentammo in sette a rappresentare il gruppo podistico del DLF Rimini. Le condizioni meteorologiche non erano favorevoli, infatti cadeva una fitta pioggia già prima della partenza. Le strade del percorso della maratona erano invase dall'acqua e la pioggia così insistente creava difficoltà a tutti i partecipanti. Ogni tanto vedevo qualcuno che si fermava per ritirarsi; benché fossi anch'io in difficoltà, la volontà e la voglia di giungere al traguardo mi facevano andare avanti.

Ero concentrato sulla gara quando fui distratto dalle urla di dolore di un bambino che si trovava vicino alle transenne di protezione del percorso. Il nonno del bambino vi si era avvicinato con la bicicletta, ma con l'asfalto bagnato aveva perso il controllo della bicicletta finendo a terra. Il nipotino che era sul seggiolino, cadendo, aveva infilato un piedino fra le razze della ruota e vi era rimasto incastrato. Decisi di fermarmi per aiutare il bambino anche perché vedevo il nonno in difficoltà e che strattonava la gamba al nipotino procurandogli ancora più dolore.

Gli dissi di non tirare più e d'istinto provai con le mani ad allargare le razze. Purtroppo erano rigide e non si allentavano. Notai però che la scarpa del bambino era chiusa da una fettuccia adesiva, così infilai la mano, versai dell'acqua sul piedino attingendola da una pozzanghera e riuscii pian piano a sfilare il piede dalla scarpa. Poco dopo giunsero sul posto gli infermieri dell'autoambulanza in servizio per la maratona, che presero in consegna il bambino che continuava a piangere. Il nonno mi ringraziò e io ripresi la mia corsa, soddisfatto per l'aiuto che avevo prestato, anche se per fare questo avevo perso parecchi minuti che avrebbero aumentato il mio tempo finale.

Il più veloce del nostro gruppo fu Damiano Cesarini 2:59'25'', poi Gabriele Donati 3:10'26'', Gloriano Saponi 3:11'20'', Lucio Brughiera 3: 24'00'', Sante Facchini 3:35'18'', Marino Masini 3:41'47'' e Massimo Bologna 3:43'35''.

Marino Masini