LA DANZA DEL MONDO

Nell'Ottocento, l'arrivo delle ferrovie venne visto come un pericolo per l'ordine sociale e la salute pubblica. Victor Hugo così commentava i viaggi a 35 km orari: La velocità è inaudita. I fiori ai bordi dei campi diventano macchie..., i campi di grano capigliature bionde, l'erba medica lunghe trecce verdi. I borghi, i campanili e gli alberi danzano e si mescolano follemente all'orizzonte. Ogni tanto un'ombra, una forma, uno spettro appare e scompare come un lampo: è una guardia ferroviaria...

Pensiamo a queste rivoluzioni del passato, che ora diamo per scontate, ogni qualvolta critichiamo le novità tecnologiche che ci sbalordiscono e ci spaventano, e quando scuotiamo la testa di fronte alla velocità con la quale i nostri ragazzi navigano in rete. Il mondo è una continua danza, un mutamento incessante e armonioso, composto da parti oscure e altre luminose, che ci pare folle quando ci rifiutiamo di danzare, restiamo rigidi e ottusi sul bordo o semplicemente siamo vecchi.
Oggi, in treno, ci rilassiamo e di sicuro non ci fa più paura salirci.

Duilio Ganzaroli