L'UOMO NUOVO

Franco Fontemaggi, classe 1930, prima di emigrare ancora giovane in Svizzera, abitò nel centrale borgo cittadino della Castellaccia. Nei suoi ricordi rivive i tempi dell'immediato dopoguerra, le difficili condizioni di vita, ma anche i nuovi fermenti di idee e di speranze nell'avvenire che pervadevano tanta parte delle nuove generazioni.

Per liberare le strade dalle macerie si costituirono gruppi di volontari del lavoro, in questi gruppi molti erano giovani e anche io vi presi parte; qui scoprimmo uomini con ben altri sentimenti di quelli del maestro Bacchini, che inneggiava a sacri romani imperi e ci faceva cantare faccetta nera. Giorni difficili, ma tanto importanti per noi giovani perché furono una vera scuola di democrazia, dove prendemmo gusto alla vita politica.

Quello che più contava per noi era poter parlare con uomini che avevano già fatto un cammino nella vita sociale del paese, e nonostante ciò restavano alla mano di tutti. Uno di questi era Nicola Meluzzi che, se avvicinato per strada, si prestava con garbo all'ascolto di chiunque. Nicola prendeva amichevolmente il braccio del suo interlocutore e a testa bassa porgeva l'orecchio all'ascolto. Era tanto preso nel suo impegno politico, e di Assessore nella Giunta Comunale, che a volte sembrava venire da un altro mondo.

Una mattina, bevuta la sua tazza di caffellatte, infilato in fretta e furia l'impermeabile, si apprestò a recarsi in Comune. Per strada il saluto di tanti conoscenti era una cosa scontata, tanto era la sua notorietà, ma quella mattina Nicola notò che anche chi non lo conosceva sembrava volergli rivolgere un saluto; ammiccavano un sorrisetto: era un saluto o si burlavano di lui? Ben presto Nicola si rese conto che il suo abbigliamento lasciava desiderare: preso dalla fretta e dal vortice dei pensieri, Nicola aveva dimenticato di mettere i pantaloni. Noi con lui imparammo a sognare.

Zangheri, Nozzoli, Pagliarani e tanti altri ancora, ci parlarono dell'uomo nuovo, quello che doveva cambiare il mondo. Venturi, perseguitato politico, a scuola ci era stato solo fino alla terza elementare, poi fu messo a bottega ancora giovinetto si oppose all'avvento del fascismo. Più tardi contribuì alla formazione di gruppi partigiani nel riminese; e nei giorni della ricostruzione, per aiutare chi non aveva più casa, aprì un ufficio e appese all'entrata un cartello con su scritto: Ufficio all'oggi. Sbagliò l'ortografia, purtroppo, si sbagliò anche quando ci predisse: io no, ma voi lo vedrete il socialismo.

Franco Fontemaggi