Salve Vannini, come promesso ti invio questo racconto ferroviario sperando che tu non voglia troncare la carriera di un giovane scrittore alle prime armi. Ciao.
Lo spunto di questo racconto mi viene dalla recente gita organizzata dal DLF di Rimini a Montefalco e Foligno, città quest'ultima che ho visitato forzatamente nel lontano 1971 ritornando a Roma da una licenza militare. Partendo da Rimini ho preso un treno locale fino a Falconara e qui sono salito su un direttissimo con destinazione finale Roma. Solo che la distanza Rimini - Roma era di 371 km (indicata da un biglietto ancora in mio possesso) e per poter utilizzare il direttissimo senza pagare supplementi, la tratta per i militari doveva essere superiore ai 400 Km.
Cosa che mi ha puntualmente e inflessibilmente evidenziato il controllore, invitandomi a scendere qualora non intendessi pagare la differenza. Poiché io non stavo viaggiando per piacer mio ma per far piacere all'esercito, gli ho chiesto qual'era la fermata successiva e lui mi ha risposto Foligno dove poco dopo sono sceso. Una veloce escursione nel piazzale della stazione e poi sono salito su un treno locale che, stando alla tabella oraria, mi doveva portare direttamente a Roma.
Ma dopo un percorso rallentato da numerose fermate, una volta giunto a Orte, non è più ripartito e tutti i viaggiatori, me compreso, sono scesi. Mentre controllavo nuovamente gli orari, l'altoparlante annuncia l'arrivo in stazione del rapido Firenze - Roma con un'ora di ritardo. Vista la situazione l'ho autonomamente declassato a treno locale e ho deciso di prenderlo; dato che non c'erano fermate fino Roma in ogni caso non avrebbero potuto farmi scendere. Nel breve percorso il controllore è passato ma non mi ha chiesto il biglietto e finalmente in tarda serata sono arrivato nella capitale dopo aver cambiato quattro treni: due locali, un direttissimo e un rapido (ma non tanto).
Giorgio Deangeli