IL TRENO
UN AMICO PER LA VITA

Il treno, per me, non rappresenta solo un mezzo di trasporto da utilizzare per lavoro e per viaggiare comodamente, ma anche un complemento positivo che può accompagnare il trascorrere della vita di un individuo. Osservo, in stazione, i nonni che accompagnano i nipotini ad ammirare i lunghi serpenti metallici fermi sui binari e rivedo me stessa con mio figlio attendere l'arrivo delle mitiche locomotive in uso in quei tempi (Caimano - Tigre - Tartaruga) che rappresentavano il massimo dei desideri del mio piccolo affascinato da quei mostri metallici.
Locomotive e carrozze si concretizzavano poi nei vari modellini che riempivano la stanza dei giochi e percorrevano allegramente il loro tragitto sui lunghi binari, con stazioni e gallerie che ricreavano, in piccolo, il fascino del treno.

Dall'infanzia alla gioventù, i ricordi collegati a questo mezzo di trasporto si sono modificati in base ai miei movimenti di vita: dal mondo del gioco al mondo del lavoro. La vita vissuta come pendolare mi ha fatto conoscere una realtà particolare: grande sonno e affannose corse, ma il tutto arricchito da nuovi incontri e nuovi amici che hanno dato un senso sociale, sindacale e umano alla mia vita. Il treno è anche allegria e si può trasformare in momenti di gioia e di divertimento. La Notte Rosa a esempio, ha fatto vivere a noi, gruppetto di amici diversamente giovani, un'esperienza di spensieratezza dimenticata.

Noi, amici autonominati I quattro cavalieri dell'Apocalisse, siamo andati in trasferta, in treno, a Pesaro per assistere alle danze del Gruppo storico dell'Ottocento che coinvolgeva come ballerini dei cari amici di Bologna. I danzatori volteggiavano nei loro bellissimi abiti d'epoca e trascinavano gli spettatori sull'aria di romantiche melodie rossiniane facendo sognare il pubblico presente in piazza del Popolo.

Ambiente completamente trasformato quando siamo giunti in stazione e saliti sul treno della Notte Rosa che ci riportava a Rimini.
Il mondo dei giovani, improvvisamente, ci ha attanagliato con la sua realtà fatta di allegria sfrenata e un po' trasgressiva ai nostri occhi di giovincelli, ma in loro abbiamo anche riconosciuto il lato positivo della gioventù che anche noi abbiamo vissuto.

Gabriella Parri