ASCENSIONE: GITA ALLE GRAZIE

Il socio Virginio Cupioli (Tonino), Classe 1926, pensionato FS, già Capo Stazione Superiore, in questo suo racconto ricorda un tradizionale giorno di festa religiosa, quella dell'Ascensione, così atteso dai giovani della sua compagnia di quel tempo.

Per noi ragazzi, oltre agli avvenimenti annuali della fogaraccia e della festa dei fichi alla Colonnella, c'era un'altra grande ricorrenza da festeggiare in primavera: in gruppo ci si recava al Santuario delle Grazie nel giorno dell'Ascensione.

Ci si incamminava il mattino dal Borgo San Giovanni portando con noi panini, piada, ciambella e uova sode; impiegavamo circa un'ora per arrivare, assistevamo alla Santa Messa, poi davamo sfogo all'esuberanza, percorrevamo più volte le rampe del sentiero della Via Crucis, ci mescolavamo ai tanti partecipanti alla festa sul sagrato, pranzavamo sparsi sui greppi.

Era abitudine salire fino alla sommità del colle Paradiso per ammirare il panorama, la città e il mare lontano con le piccolissime vele. Era qualcosa di sempre nuovo, una riscoperta della visione dello spazio, qualcosa di diverso dalla nostra pianura che guardavamo cercando di individuare l'orizzonte.

La festa normalmente coincideva con la maturazione delle prime ciliegie, era la stagione buona che iniziava e la si percepiva sulla pelle, i giardini presentavano i primi gigli e le calle sbocciate. Entusiasti della giornata così trascorsa, ci appariva meno impegnativo il ritorno a casa dove ci attendeva Morfeo (il giusto riposo).

Virginio Cupioli