50 ANNI DOPO

Ho immaginato di trovarmi, una sera d'inverno, a 18 anni, all'uscita del cinema di un paese di provincia dopo aver visto Il laureato: non sai più distinguere il mondo reale da quello fantastico e ti sfavilla ancora negli occhi la rossa Alfa Romeo duetto mentre attraversi la piazza illuminata dalla luce giallastra dei lampioni. Dalla provincia si vede tutto vero o tutto falso, tutto bello o tutto brutto allo stesso tempo.

Dalla provincia il mondo ondeggia come il paesaggio liquido di un sogno, un poco ti ripara e un poco ti isola. Così te ne vai verso casa con le mani in tasca battendo i piedi per allontanare il randagio che ti abbaia e ti gira intorno e, voltandoti indietro, rivedi l'Alfa Romeo rossa del film che ti è rimasta negli occhi e non riesci e non vuoi toglierti dalla testa le canzoni del film, anche se non ne capisci le parole.

Il laureato uscì negli Stati Uniti nel 1967, ma nella sala del paese fu proiettato quando il Sessantotto era passato già da un bel po': all'epoca in provincia ci si divertiva con i film di Franco e Ciccio. In realtà io lavevo visto in Germania e correva l'anno 1969. A un certo punto, da grande, scoprii che Il laureato è un film cult.

Ma se hai 18 anni, il significato del film, le sue metafore, le sue allusioni, ti importano poco, forse per niente. Non ti coinvolgono i riferimenti all'incomunicabilità tra i giovani e gli adulti, la frattura fra le generazioni. Forse ti attrae l'incoscienza di fare di testa propria, di seguire strade diverse da quelle designate dalla famiglia, il sentimento silenziosamente ribelle dell'epoca.

Questo film è la rappresentazione della società americana di quegli anni, conformista e bigotta, ipocrita e perbenista; ha una drammaticità trasgressiva dovuta alla messa in scena di un adulterio. Il film è anche l'espressione dell'inquietudine esistenziale di una generazione. Se hai 18 anni, però, ti innamori della signora Robinson di turno senza pensarci.

Poi, una sera tardi, cinquanta anni dopo il Sessantotto e quasi cinquant'anni dopo che hai visto il film per la prima volta, lo ritrovi in TV per caso e ti accorgi con disincantata sorpresa che 18 anni non li hai più. Eppure sembra soltanto ieri. Mah.

Pompilio Parzanese