CARISSIMI, ALLA MEMORIA AFFIORANO MOLTI RICORDI...

Primi anni '60: la foto riprende l'ex gestore del Circolo/Mensa del DLF di Rimini, Amleto Zagnoli, con alcune dipendenti. La prima a sinistra è Anna Pari (Anita), poi fattorina per gli Uffici DLF fino agli anni '80, moglie del custode Gaetano. Di fianco al Zagnoli si riconosce Floriana Polidori, dipendente con lungo percorso di servizio presso le mense del DLF OGR, Stazione e CAMST.

Venire alla mensa dai nonni di Rimini (così li abbiamo sempre chiamati e tuttora li ricordiamo così) era una festa. Per me il viaggio di andata era faticoso perché soffrivo di mal d'auto, ma il viaggio di ritorno era bellissimo: mangiavamo i panini con lo stracchino preparati da nonna Maria e ascoltavamo 90° minuto alla radio. Il mal d'auto, però, mi ha aiutata a memorizzare tutte le città che si incontrano sulla via Emilia da Faenza a Rimini perché ogni dieci minuti chiedevo: Dove siamo?, Quanto manca?.

Poi, finalmente, la gioia dell'arrivo. I nonni e le ragazze che lavoravano alla mensa ci accoglievano con gioia e potevano così iniziare i riti delle domeniche a Rimini. Noi piccoli giocavamo mentre babbo e mamma aiutavano i nonni, ma dopo pranzo anch'io potevo aiutare. Iniziavo ad asciugare le posate nella sala dove c'erano dei grandissimi lavabi di cemento. Ancora oggi la tecnica acquisita in quelle giornate mi fa fare delle belle figure quando, con amici, ci troviamo a dover asciugare molte posate e io applico la tecnica imparata dalle donne di Rimini.

Un altro lavoro che noi bambini potevamo fare era quello di riempire i cestini del pane. Durante il pomeriggio mio fratello, con una specie di scopone che in realtà era un attrezzo, stendeva uniformemente la sabbia nei campi da bocce. Venendo quest'estate al Dopolavoro ho visto che c'à ancora un campo dell'epoca. Poi quanti giri sulla giostrina che era posizionata dove adesso c'è il monumento per i 70 anni del Dopolavoro Ferroviario! C'era anche un'altalena a due sedute.

I nostri album di fotografie sono pieni delle immagini della mensa e delle persone che ci lavoravano: si era una grande famiglia con il bello e il brutto che questo comporta. A volte andavamo a piedi attraverso i campi a casa di Rita, una ragazza che lavorava dai nonni. I miei genitori ricordano anche il sig. Gaetano che tutte le mattine aveva cura di innaffiare i campi da tennis. Mio fratello giocava a calcio con gli amici dei palazzi vicini al Dopolavoro e ci ricordiamo ancora quando iniziarono i lavori per la costruzione del cinema Settebello.

Sicuramente chi di voi ha frequentato il Dopolavoro in quegli anni non può non ricordare i battibecchi dei miei nonni perché il nonno per accontentare i ferrovieri faceva loro prezzi stracciati mentre mia nonna borbottava dicendo: Mah, Zagnoli!!! Quando i ferrovieri dovevano fare i conti del pasto mia nonna diceva sempre che Zagnoli non c'era e così lei poteva fare pagare il prezzo intero (solitamente era lei che stava alla buchetta dove si doveva pagare prima di entrare nella sala da pranzo).

Si riceveva un tagliandino per ogni portata, che doveva poi essere consegnato alle cameriere. I miei genitori ricordano anche i veglioni danzanti che si tenevano nella sala della mensa. Ho notato, poi, con piacere, che nella foto pubblicata nell'articolo sul carnevale del 1958 la signora seduta a sinistra della piccola Liviana Parri è mia nonna Maria. Ho cercato in queste righe di riassumere una parte importante della nostra vita perché credo che permetta di far capire almeno un po', anche a chi non c'era, il bellissimo clima che si respirava alla mensa in quegli anni ormai lontani. La mia famiglia è così legata a quelle vicende perché fanno rivivere nella nostra memoria la figura dei nonni di Rimini a cui siamo ancora molto legati.

Maria Paola Zagnoli