LA FACILITÀ DEL MALE IN ITALIA

Vi voglio raccontare alcuni scandali di ieri e di oggi. - Dal diario del Marchese Paulucci delle Roncole, aiutante in campo di sua Maestà Umberto I: Si apre a Roma il famoso processo Tanlongo con un verdetto di assoluzione di tutti gli imputati, compresi i reo confessi.

Erano scomparsi dalla banca 23 milioni e messi in circolazioni biglietti falsi, tutti gli imputati erano accusati di peculato. Il deputato Bonacci, ex Ministro di grazia e giustizia all'epoca dell'arresto, chiamato a deporre come teste, al termine della deposizione stringe la mano a Tanlongo! Erano stati sottratti documenti comprovanti la colpevolezza degli imputati da parte del Ministro Giolitti. Uno scandalo da non dirsi. È la bancarotta morale che segue quella finanziaria. Dove si andrà a finire?

La giustizia ormai non esiste più. Crispi avrebbe ricevuto cinquantamila lire per concedere il Gran Cordone dei Santi Maurizio e Lazzaro a Cornelius Herz, inclita canaglia franco-americana. Paulucci, da fedele cortigiano, nel suo diario omette di dire che alla cerimonia ha assistito il Re in persona senza batter ciglio; d'altronde è normale in una corte scialacquatrice che stappa milleduecento bottiglie di champagne per un congresso europeo di igienisti e organizza tornei con cavalieri in costume medievale.

Del resto, aveva cominciato il padre della patria, Vittorio Emanuele II, con il suo amministratore a spendere e spandere e a realizzare affari loschi, come quello delle perle false vendute dalla contessa Mirafiori, moglie morganatica del Re. Salvemini scrisse un libro su Giolitti, intitolato Il ministro e la malavita. Giolitti ha governato l'Italia per quasi 14 anni con il motto: Più soldi, più potere; più potere, più soldi. Aveva anche un'altra regola: la legge per i nemici si applica, per gli amici si interpreta.

Se durante la monarchia l'impunità della casa regnante e dei potenti era sacra e intoccabile, nella repubblica, dove tutti dovrebbero essere uguali di fronte alla legge, si continua. Le commissioni d'inchiesta parlamentare quasi sempre chiudono i loro lavori con relazioni fitte di omissis che consentono la non perseguibilità. C'è poi la risorsa infallibile degli appelli: se proprio non si riesce a evitare la condanna in primo grado e davanti allo sdegno della pubblica opinione si china la testa, si lascia passare la piena e poi in appello gli imputati vengono assolti, non importa se con motivazioni inattendibili.

È quello che è avvenuto con Tangentopoli e le inchieste di Mani pulite sono state opportunamente insabbiate. Ma l'assoluzione posticipata non basta ai ladri confessi che, smascherati, si atteggiano a vittima e pretendono risarcimenti. La magistratura coraggiosa è sconfitta e l'altra, quella che non vuole grane, o è addirittura corrotta, è stata per mesi lavorata ai fianchi da un'informazione a volte al soldo dei ladri. Sembra sia tornato il tempo di Defoe: Accumulare denaro con ogni mezzo sembra un dovere universale, il fine esclusivo dell'esistenza. E la morale pubblica? Diceva Defoe: È qualcosa che cresce e si forma secondo il terreno e il clima. Spesso nel letame.

Pompilio Parzanese