TRENINO COLLINARE

La ricerca, che da tempo si effettua sui trasporti ferroviari presenti sul territorio prima che gli eventi bellici del secondo conflitto mondiale ne sconvolgessero il quadro precedente, ci ha condotti al concittadino Ariodante Schiavoncini. Questi, nel suo libro autobiografico del 2009 "Tempi a confronto", ha fra l'altro descritto il raccordo ferroviario allora esistente fra le Ferrovie Padane e il porto canale. La funzione della linea era il trasporto dello zolfo proveniente dalle miniere di Perticara per il suo successivo imbarco verso le più disparate destinazioni.

Un nostro gioco cittadino, che faceva arrabbiare il ferroviere di scorta, era salire sul trenino collinare, che dalla stazione vicino all'Anfiteatro transitava da via Roma e via dei Mille per arrivare al porto e caricare sulle barche da trasporto lo zolfo estratto dalla miniera di Perticara. Il trenino marciava molto lento per le vie cittadine e fischiava in continuazione per avvertire del suo arrivo. Ad ogni incrocio, un ferroviere con una bandiera rossa precedeva il trenino e fermava il traffico, nella maggioranza composto da pedoni, ciclisti, carri e carrozze trainate da cavalli o somari. Moto e macchine erano infatti piuttosto rare.

Salivamo sui vagoni, che avevano basse sponde, per staccare qualche pezzo dai grossi e gialli pani di zolfo. Lo usavamo, con pasticche di potassio sfarinate, per fare i botti nel periodo dei fuochi di San Giuseppe oppure a Capodanno. Tradizione, quella dei botti, che il tempo non ha cancellato.

La Redazione