LA FONTE SACRAMORA

In questo racconto Elio Biagini (1923 - 2005), già ferroviere e sindaco revisore DLF, ricorda la sua gioventù trascorsa nella frazione di Viserba, famosa perché ricca di acque sorgive, la più rinomata delle quali era quella della Sacramora.

Ricordo questa sorgente da cui sgorgava un'acqua limpida e cristallina, piena di piante acquatiche e abitata da rane e raganelle e anche dalle tinche. L'acqua era diuretica, leggerissima, un vero toccasana per l'intestino, ed era reclamizzata anche oltre i confini della Romagna. D'estate, all'arrivo dei bagnanti, la prima cosa che chiedevano era dove si trovava la fonte della Sacramora.

Io gentilmente mi offrivo di accompagnarli perché la fonte si trovava lontano dal centro. Percorrendo la strada sotto il sole cocente, i bagnanti ammiravano i fiori che abbellivano le case e gli orti pieni di tanta verdura. Nelle vicinanze della fonte c'era sempre qualche ragazzino che ti offriva un bicchiere per poterti meglio dissetare. Il bagnante prendeva il bicchiere e si dirigeva alla sorgente.

Quando vedeva che l'acqua sgorgava in mezzo a tutte quelle piante acquatiche, guardava con stupore e aveva anche un po' di perplessità nel riempire il bicchiere di quell'acqua che era distribuita da un coppo. Quando portava il bicchiere alle labbra però, si notava la sua incredulità che da tale sorgente sgorgasse un'acqua così fresca. Dopo averne bevuto diversi bicchieri, riconsegnava il bicchiere elargendo di solito la dovuta mancia.

Descrivendo questo ora, che della Sacramora rimangono solo una lastra marmorea e dei rubinetti così avari di acqua proveniente da un'autoclave, si comprende che il progresso cancella il tempo in cui la natura dava il meglio di se stessa e noi ne assaporavamo i prodotti genuini.

Elio Biagini