INVITI A PRANZO IRPINI
Chi ha visitato l'Irpinia sa di cosa sto parlando, e sa anche che il titolo avrebbe più senso se fosse 5 cose da non fare se siete stati invitati a pranzo da un irpino. L'ospitalità che contraddistingue gli irpini è proverbiale. Che vi sia stato appena presentato o l'abbiate incontrato per caso al bar, nel giro di poco tempo vi ritroverete con un invito a pranzo o a cena.
Ad ogni modo, da irpino verace, ho stilato un piccolo promemoria per far sì che la vostra giornata a pranzo con un irpino fili liscia come l'olio.
- Provate a chiamare napoletano un irpino; come minimo, si sentirà in dovere di specificare: vengo dall'Irpinia, precisamente dall'alta Irpinia. Già, siamo campanilisti (persino all'interno dell'Irpinia c'è chi è più irpino di altri) e un po' ce la tiriamo. Anche se le distanze non sono molte, le differenze in Campania fra un salernitano del Cilento e un avellinese dell'Irpinia sono equivalenti a quelle che ci possono essere tra un bolognese e un romano.
- Bisogna evitare di parlare della storica rivalità tra Napoli e Avellino, ma anche tra Salerno e Napoli, Benevento e Napoli, Caserta e Napoli. Al di là della fede calcistica, che pare abbia dato origine alla rivalità, c'è un'altra grande cosa che divide gli irpini dai napoletani: noi abbiamo come piatto principale i cicatielli al sugo con la braciola o con broccoli di rapa mentre i napoletani hanno i paccheri al sugo di polpette.
- Sappiate che da generazioni ogni famiglia irpina ha il suo olio e il suo vino, prodotti con le olive e con l'uva della propria campagna. E da generazioni anche gli irpini trapiantati al nord viaggiano con taniche di olio e bottiglie di quel vino. Ciò non significa che l'irpino si presenterà a pranzo con una bottiglia di olio in borsa per condire l'insalata (se lo farà sarà un regalo prezioso per i padroni di casa), ma evitate di fargli vedere la bottiglia di olio comprato al supermercato. Per quanto riguarda il vino, per omaggiare il vostro invitato avete ampia scelta: greco di tufo, falanghina, taurasi, aglianico, attenti però a non esagerare con il vino, perché, come ricorda un vecchio proverbio, il vino è dispettoso: lo mandi giù e ti sale su, nel senso che dà alla testa.
- Abbiate pazienza e sappiate in partenza che a un certo punto del pasto salterà fuori che quello di giù è più buono (tratto che a quanto pare ci accumuna ai salentini). Con molta probabilità si sta parlando di cibo, di olio o di vino. Se poi siete stati così avventati da cucinare agnello al forno con le patate, allora ve la siete proprio cercata. Se l'agnello non è stato allevato in Irpinia, ma comprato al supermercato, non va bene. Dovete sapere che per gli irpini la carne di agnello rientra tra i piaceri della vita.
- Non abbiate fretta di alzarvi da tavola: per un irpino il piacere è stare a tavola, non solo mangiare. Per questo quando si hanno ospiti a pranzo o a cena, difficilmente ci si alza prima di 4 o 5 ore; quando qualcuno manifesta l'intenzione di andare via, lo si invita a prendere ancora qualcosa. Ovviamente, a fine pasto l'altra cosa da prendere è l'ennesimo dolcetto, il caffé, la frutta. Finito il pasto e terminate le chiacchiere, si rinnova l'invito a rivedersi al più presto.
Pompilio Parzanese