Sabato 10 Ottobre, numerosi Soci e amici si sono ritrovati al Ristorante Frontemare di Rivazzurra per celebrare il 90° anniversario della fondazione del DLF. I convenuti erano 134, un numero sorprendente considerato che nel giorno successivo il DLF metteva in campo un'altra iniziativa, una gita che partiva con due pullman e 100 partecipanti.
Il menù a base di pesce e l'organizzazione dell'evento pare abbia raccolto un generale apprezzamento. Hanno fatto da corollario alcune iniziative particolari: la consegna di una rosa alle signore, il sorteggio di premi fra i quali una bicicletta messa in palio da Unipol - SAI Assicurazioni e infine, dopo il taglio della torta del 90°, la consegna al Presidente DLF della targa-ricordo da parte del Consiglio Direttivo.
Questo scatto ne fissa per l'appunto il momento. Nella foto sono riconoscibili da sinistra: il socio Giorgio Brumali animatore dell'evento, il vicepresidente Daniele Drudi, il presidente Giovanni Vannini e il segretario Lucio Brughiera. La foto è pervenuta dalla sig.na Annamaria Marconi.
La seconda foto riprende invece una parte cospicua dei commensali e si deve al socio Giorgio Brumali.
Nella ricorrenza del 90° della fondazione si ritiene doveroso fare in sintesi la storia del DLF, con particolare riguardo alla nostra realtà. È il regime Fascista, che istituisce l'Opera Nazionale Dopolavoro il 1° maggio 1925. Così di lì a poco vede la nascita anche il Dopolavoro Ferroviario, il 25 ottobre, a Rimini che venne, per inciso, intitolato al padre del Duce, Alessandro.
Il primo fra i Dopolavori a venire alla luce fu per l'appunto il dopolavoro ferroviario. La ferrovia costituiva allora un ganglio vitale per il Paese: gli scioperi della categoria avevano dimostrato di essere in grado di paralizzarlo. I ferrovieri si erano fortemente sindacalizzati e riottosi a piegarsi al regime che, per averne ragione, ricorse a provvedimenti draconiani: nel solo 1922 furono operati 43.000 licenziamenti (pretestuosamente effettuati con la motivazione dello scarso rendimento). Con l'istituzione dei dopolavori si diede corso al disegno manifesto: il controllo anche nel tempo libero dei lavoratori. Il regime non lesinò risorse per quest'obiettivo.
Dopo qualche anno di sedi vacanti, nel 1927 il Dopolavoro di Rimini si ritrovò nelle aree dell'odierno insediamento dove furono realizzate, per quei tempi, strutture senza pari in città. Il DLF poteva contare su una palazzina, sede degli uffici, che si affacciava direttamente su via Roma dove trovavano spazio anche bar, sale bigliardi, biblioteca con sala lettura, di musica e di gioco. C'era inoltre un cinema teatro attrezzato per ogni genere di spettacolo. All'aperto campi adibiti al gioco del tennis, di bocce, di tamburello, di schettinaggio e un campo di calcio con una pista di atletica, provvisto anche di tribuna con relativi spogliatoi.
Più tardi arrivò, per il servizio di ristorazione, anche la mensa. Ne derivò un periodo d'irripetibili fasti per l'associazione, anche perché calata in un contesto cittadino allora molto carente in spazi, impianti, servizi riservati al tempo libero. Tutto ciò durò poco, una quindicina d'anni, perché tutto, proprio tutto, fu spazzato via dal terribile ciclone bellico.
Nel dopoguerra il DLF riminese rinacque lentamente peregrinando in sedi provvisorie in giro per la città, prima di rientrare, a metà degli anni cinquanta, nelle aree del suo storico insediamento. Furono anni difficili: misere le risorse, limitati gli impianti, circoscritte le iniziative. Poi una decisa svolta con la democratizzazione dell'Associazione e il ruolo decisivo assegnato ai ferrovieri tramite le loro organizzazioni sindacali. Fu così che la maggior parte dei Consigli Direttivi da allora fu eletta direttamente dai ferrovieri e pensionati FS.
Fu però alla fine degli anni cinquanta che, con un'indovinata operazione nel settore turistico, la situazione economica si risollevò. Il risultato fu ottenuto grazie anche al supporto dell'Ufficio Centrale DLF che avviò e attrezzò il DLF per la gestione diretta di tre alberghi. Tuttavia, dopo poco più di un lustro, l'Ufficio Centrale DLF cambiò idea e questo florido filone si esaurì; fu un'esperienza breve, ma sufficiente a consolidare economicamente il DLF.
Così si poté dare corso a progetti che portarono alla realizzazione nelle aree in affidamento di strutture sportive, pista di schettinaggio, campi da tennis, bocce, campo di calcio con spogliatoi e, alla fine degli anni '60, alla realizzazione della palazzina uffici e di un cinema, per quei tempi d'avanguardia: il Settebello. Per quest'ultimo intervento però fu necessario ricorrere a un prestito all'Ufficio Centrale DLF, finito di saldare a metà degli anni Ottanta.
Negli decenni seguenti si curarono con particolare attenzione le strutture in sede con la realizzazione del bocciodromo coperto, di una struttura coperta polivalente per il tennis, del chiosco bar estivo e di altri interventi: la sopraelevazione del circolo bar per un'ampia sala biliardi, un laboratorio per gli aquilonisti, una nuova ubicazione per il bar DLF in stazione. Dall'anno 2003 per gli immobili in consegna, fino allora assegnati con la modalità del comodato d'uso gratuito, si passò a pagare un crescente canone d'affitto.
Fu però alla fine degli anni novanta che il DLF di Rimini mise in campo l'operazione più singolare che l'ha reso unico nel panorama dei DLF in Italia. A tal proposito si deve segnalare di essere stati il primo caso fra i DLF ad acquistare immobili per un'edificazione.
Dopo una lunga attesa per ottenere dalla Sede Centrale il nullaosta, si procedette a dare corso alla costruzione dell'osservatorio astronomico di Montegrimano (PU), un impianto dotato di pregiata strumentazione, munito di un potente telescopio e di apparecchiature di prim'ordine, che costituisce un fattore d'indubbio successo per il quale la nostra associazione si è guadagnata una posizione di prestigio e di considerazione presso gli Organi Dirigenti Nazionali DLF.
Se il Dopolavoro Ferroviario di Rimini è ancora oggi presente nel suo sito storico, lo deve indubbiamente anche a questo.
Giovanni Vannini

