Durante la mia attività lavorativa, svolta nelle FS con la qualifica di macchinista, tanti sono stati gli episodi che per motivi vari resteranno per sempre nella mia mente. Alcune vicende hanno riguardato direttamente lo svolgimento del mio lavoro, altre invece sono accadute sempre durante l'impegno lavorativo, ma un poco a margine. Avvenimenti tragici, tristi, ma anche situazioni comiche, felici che sono ora ricordi a volte un po' sbiaditi, a volte particolarmente ancora nitidi.
Settembre è passato da poco ed è proprio in questo mese di 14 anni fa che successe ciò che vorrei raccontare. Non tanto spiegare l'accaduto, conosciuto e ricordato da tutti, ma di come l'ho appreso e vissuto nei primi momenti. In quella giornata di metà settembre il mio impegno lavorativo prevedeva in mattinata un servizio di cui non ricordo bene i dettagli, a seguire, dopo un veloce pranzo in mensa, una andata e ritorno su Castel Bolognese nel pomeriggio.
Tra l'arrivo e la ripartenza dalla stazione ravennate vi era un intervallo di una quarantina di minuti, alcuni necessari per espletare le incombenze del caso, altri per l'attesa di un paio di treni coincidenti. In questi casi non si abbandonava la cabina di guida, ma a turno con il collega solitamente ci si recava al bar della stazione a prendere qualcosa oppure ci si limitava a fare due passi sul marciapiede.
Quel pomeriggio attraversai i binari sulla passerella di servizio e mi recai al piccolo bar posto sul primo binario: all'interno un solo cliente in piedi al banco con la tazzina del caffé davanti, la signora del bar intenta a sistemare i bicchieri, il televisore acceso con il volume relativamente basso e un poco disturbato. Signora, prendo un ghiacciolo dissi avviandomi verso il frigo; un mezzo sorriso e un cenno di assenso fu la risposta della barista.
Andai poi verso il banco per pagare la consumazione e notai il signore che continuava a rigirare il cucchiaino nella tazzina con gli occhi sempre rivolti alla tv. Detti anch'io uno sguardo distratto al piccolo schermo e consegnando i soldi chiesi alla signora che novità ci fossero. Abbiamo acceso da poco, credo ci sia stato un incidente in America fu la risposta della donna.
Prestai allora maggiore attenzione alla tv e la mia primissima sensazione, vedendo le immagini in onda, fu che stessero trasmettendo il solito telefilm americano, con sirene di polizia, pompieri in movimento, gente terrorizzata e anche un grattacielo in fiamme. Mi chiesi cosa c'entrasse quello che vedevo con l'incidente a cui accennava la signora. Incuriosito, allora mi rivolsi al signore al banco che, sottovoce, mi disse che un aereo aveva colpito una torre del World Trade Center di New York e che probabilmente non era un incidente, ma un attentato.
Il ghiacciolo, al quale avevo già dato qualche morso, cominciava a colarmi sulle mani ma, vista la situazione, mi era passata la voglia di finirlo e uscii dal bar per gettarlo via. Rientrai giusto in tempo per vedere sullo schermo l'immagine che poi sarebbe diventata il simbolo di tutta la tragedia che sconcertò e gettò nel terrore il mondo intero. Mentre dalla prima torre colpita saliva una nube di fumo nero verso gli ultimi piani, si vide nitidamente un aereo avvicinarsi alla seconda torre e, come in un videogioco, penetrare in essa dando l'impressione di tagliarla a metà.
Non riuscivo a credere a quello che stavo vedendo! Si era quasi fatta l'ora di partenza; visibilmente scosso, uscii dal bar, tornai al treno e provai a raccontare l'accaduto al collega. Del viaggio di ritorno a Rimini ricordo veramente poco, solo tanta ansia, un senso di insicurezza e voglia di tornare a casa. Tutto quello che seguì quel tragico 11 settembre del 2001 è storia nota a tutti e, usando una frase fatta, penso che da allora il mondo non sia stato più lo stesso.
PS. Il Gruppo Podistico rammenta che anche quest'anno, la prima domenica di dicembre, si svolgerà, negli spazi del DLF, il tradizionale appuntamento podistico Trofeo Sante e Laura Facchini. Siete tutti invitati a collaborare alla migliore riuscita della manifestazione.
Buona camminata e corsa a tutti!
Luciano Caldari