I SOVVERSIVI

Agli inizi del secolo scorso il Borgo San Giuliano costituiva per gli anarchici riminesi la loro roccaforte. Mario Macina, a quei tempi ferroviere e dirigente socialista, con questo breve racconto ci riferisce come ne fosse intimorita la borghesia cittadina.

In uno spiazzo dietro la chiesa parrocchiale del Borgo San Giuliano, vi era il circolo 1° Maggio che poteva considerarsi la sede centrale del gruppo anarchico riminese. Era frequentato in maggioranza da operai i quali, dopo la consueta partita a briscola e tresette, innaffiata da un buon bicchiere di Sangiovese, cantavano inni sovversivi.

Uno di questi diceva:
La casa è di chi l'abita - il padrone vuole la pigione e noi
risponderemo col pugnale e col bastone

Non erano né pugnalatori né bastonatori, ma idealisti che non avrebbero fatto male a una mosca. Eppure per la borghesia riminese erano uno spauracchio come dimostra il seguente aneddoto.

Si dava al Kursaal una festa danzante e il magnifico locale era affollato dalle personalità più note della borghesia riminese. Improvvisamente si sparse la voce che un gruppo di anarchici, cantando inni sovversivi, si dirigevano verso il Kursaal per invaderlo. Fu un fuggi fuggi generale, ma fu solo paura e niente altro che paura perché era vero che costoro erano diretti verso la marina, ma si trattava di una passeggiata innocua per smaltire l'eccedenza enologica.

Mario Macina