SPIRITO DI APPARTENENZA

Durante i mesi estivi, quando il caldo la fa da padrone, l'attività podistica, specie quella agonistica, viene rallentata. Bisogna comunque mantenersi attivi e questo può avvenire con leggeri allenamenti che permettono in ogni modo di mantenere una muscolatura tonica e un buon apparato respiratorio. Le ore migliori per effettuare l'allenamento sono quelle di prima mattina o quelle serali. Di mattina l'allenamento è spesso in solitario mentre alla sera è più facile ritrovarsi in gruppo usufruendo delle gare non competitive del Calendario Estivo.

Pur non disdegnando l'attività serale, la mia preferenza va alle uscite nelle prime ore del mattino; vi illustro uno dei miei itinerari preferiti. Partendo da Bellariva dove abito, si percorre il marciapiede del lungomare fino al Nettuno, si svolta a sinistra nel piazzale Kennedy e, dopo avere attraversato viale Vespucci, si giunge all'inizio del percorso posto sulla ciclo-pedonabile che termina, dopo poco più di tre chilometri, di fronte al Garden sulla via Euterpe.

La stradina è asfaltata e si snoda quasi subito in mezzo a una bellissima vegetazione fatta di alberi di ogni specie e di una varietà notevole di arbusti. Inizialmente sulla nostra destra lambiamo le mura di quello che fu il Deposito Locomotive (arrivi e partenze, giorni e notti di lavoro, tanti ricordi per il sottoscritto) poi, dopo aver percorso il sottopasso ferroviario, sempre sulla destra si sfiora il mitico Campo dei Ferrovieri calpestato da tanti di noi almeno una volta nella vita (mitiche le partite del torneo di calcio di qualche tempo fa tra i vari gruppi di ferrovieri). Poi un sguardo al nostro Cinema Settebello, ricordando le tante difficoltà affrontate per tenerlo in vita.

Quindi, attraversata via Roma, si prosegue verso monte entrando così nel Parco Cervi e, dopo qualche centinaio di metri, ecco apparire, oltre le alte chiome degli alberi, i merletti che annunciano la magnifica visione dell'Arco d'Augusto. Si prosegue ancora fino a trovarsi davanti, ai margini del parco, al nuovo Palazzo dei Congressi; qui la strada scende leggermente per sottopassare via della Fiera e trovarsi sulle sponde di un laghetto, poi si risale giungendo, un poco in alto rispetto alle sue sponde, al lago Mariotti, forse più noto a tanti riminesi come la cava (anche qui alzi la mano chi almeno una volta non è venuto, anche con attrezzature rudimentali, a pescare i pesci rossi).

Qua lo spazio si allarga e assume la denominazione di Parco Fabbri, detto anche della locomotiva per la presenza per un certo tempo di una vecchia locomotiva a vapore. È possibile percorrerlo seguendo vari sentieri in terra battuta. La presenza di una fontanella posta al termine del percorso è cosa ben gradita, specie nei giorni più caldi. Non siamo certo nel Central Park di New York, ma fatte le debite proporzioni qualcosa di simile c'è!

Sia in andata che al ritorno percorrendo questo tragitto non si incontra solo gente che corre, ma tantissime persone di ogni ceto ed età che, a seconda dell'orario, usano questo itinerario lontano dal traffico per raggiungere a piedi o in bici la propria destinazione, o più semplicemente persone che passeggiano tranquillamente da sole o in compagnia di un nipotino, di un fedele cane o solo dei propri pensieri.

Forse qualche lettore molto più giovane del sottoscritto o magari riminese da poco tempo non sa che tutto il percorso sopradescritto tanti anni fa altro non era che il letto del torrente Ausa (Aprusa storicamente, Eusa in romagnolo) poi deviato, canalizzato e fatto confluire nel fiume Marecchia. Al termine della descrizione di tutto questo mi permetto una piccola considerazione, un pochino ironica forse: solo per la presenza del letto dell'Ausa nel tratto cittadino siamo riusciti a conservarci un discreto polmone verde cittadino. Altrimenti sai quante case e cemento!

E dato che in zona c'è la sede del nostro Dopolavoro, con tutta la sua area adibita alle varie attività sportive e culturali, frequentata da ferrovieri e non, faccio la stessa considerazione e mi pongo una domanda: cosa sarebbe diventata oggi tutta la zona se non ci fosse stata la presenza del DLF? Sarebbe veramente il caso di chiedercelo e ringraziare tutti quelli che in un modo o nell'altro in tutti questi tanti anni si sono prodigati per la difesa e lo sviluppo del Dopolavoro. Oggi i tempi sono molto difficili e sarebbe auspicabile renderci conto dell'importanza sociale della nostra presenza e agire quindi in difesa di essa.

Siamo in piena estate, ma l'attività del nostro Gruppo prosegue e allora buona camminata e corsa a tutti!

Luciano Caldari