UN SOGNO STRANO
(Sta zoccola)

Stavamo insieme da circa sei mesi, sembrava tutto filasse liscio. Lei mi piaceva molto e piaceva anche ai miei amici che solitamente non si entusiasmavano per le mie fidanzate. Spesso la sera uscivamo in gruppo; lei in compagnia era simpatica e divertente, oltre a essere davvero carina, come non mancava mai di farmelo notare il mio migliore amico che ripeteva quanto fossi stato fortunato a incontrarla.

Durante la settimana lei era lontano, all'università, così ci vedevamo solo nei fine settimana. In quei giorni avevo talvolta l'impressione che non avesse poi tanta voglia di passare il tempo sola con me, ma scacciavo quei pensieri dicendomi che ero fortunato: di solito le ragazze non hanno molta voglia di dividere il fidanzato con il suo gruppo di amici casinari. Così tra serate passate al cinema o in discoteca tutti insieme, la relazione è andata avanti felicemente fino alla festa di compleanno a casa di un amico comune.

Siamo arrivati insieme e, salutati i presenti, io sono andato verso il buffet e lei con i nostri cappotti è salita al piano di sopra per lasciarli in camera da letto. Mi sono bevuto una birra e ho fatto due chiacchiere in giro, finché uno mi ha chiesto se ero solo. A quel punto mi sono accorto che lei era via già da un po', ma al momento non mi sono preoccupato.

Dopo un po' di tempo, circa una decina di minuti, sono salito a cercarla. Ho infilato la testa in qualche stanza finché, aprendo l'ennesima porta, ho visto i cappotti sparsi sul letto e, in un angolo, lei insieme al mio migliore amico. Tutto è durato solo qualche secondo, mi pareva di procedere al rallentatore: le mani di lui attorno alla vita di lei (che mi dava le spalle), loro due abbracciati che si baciavano con passione. Per un attimo, mentre ero paralizzato dalla sorpresa, ho ritratto la testa come se mi fossi scottato con una fiamma.

Sono sceso al piano di sotto e sono sparito, oltretutto senza cappotto. Ho chiuso i rapporti con entrambi, non ho risposto a nessuna chiamata né ai messaggi in segreteria. Non so se hanno capito che avevo capito, ma io per un bel po' di tempo mi sono sentito un vero cretino per non averlo compreso prima.

Pompilio Parzanese