Nel DLF di Rimini è sempre viva la speranza che i contratti di locazione per i terreni e i fabbricati dell'insediamento storico, ora in regime di proroga, siano quanto prima equamente rinnovati. In attesa incrociamo le dita.
Oltre alla predetta fondamentale questione un'altra è in attesa di essere dipanata, quella relativa al rinnovo dei Consigli Direttivi DLF. Quelli ora in carica hanno già, in modo anomalo, raddoppiato il mandato dei quattro anni previsti dallo Statuto.
Questo slittare in avanti dei tempi dipende da un'intesa fra i soci fondatori dell'Associazione (Gruppo FS e OO.SS. di categoria) che tarda ad arrivare. Pomo della discordia è la modifica dello Statuto anche se, da notizie ufficiose, sembra che non sia lontana la stretta finale. Si vedrà!
La premessa di fondo alla revisione dello Statuto nasce dalla contrazione degli organici ferroviari che sono passati dalle 160.000 unità del 1995 ai circa 65.000 odierni. Ne consegue l'esigenza per il Gruppo FS di ridurre sensibilmente le risorse ora destinate al DLF. I risparmi devono essere realizzati anche attraverso accorpamenti territoriali di DLF, riducendoli sia nel numero sia nei componenti dei Consigli Direttivi.
Un'analoga operazione era stata portata a compimento nel 1995 quando i ferrovieri in servizio erano scesi dai 225.000 di dieci anni prima a 165.000. Nella nostra regione sparirono, in un sol colpo e assorbiti da altri, sei DLF: Fidenza, Reggio Emilia, Porretta, Imola, Lugo e Forlì. Ne sopravviveranno otto: Piacenza, Parma, Modena, Bologna, Ferrara, Faenza, Ravenna e Rimini.
La Commissione del Consiglio Nazionale DLF, istituita per la revisione degli Statuti e con il compito di rendere disponibile per i Soci Fondatori, titolari della materia, un contributo di analisi, di idee e di suggerimenti, ha dato come indicazione di massima nel numero minimo di 900/1000 soci effettivi iscritti a ogni DLF la condizione per una sopravvivenza autonoma.
Con questi criteri in regione ci sarebbe una vera decimazione! Pochi DLF potrebbero brillare ancora di luce propria: Bologna, forse Rimini. Queste sono le condizioni di precarietà in cui ci si trova a operare; c'è solo da augurarsi che questi nodi siano sciolti presto e bene.
Giovanni Vannini