UN UOMO UNA STORIA

Ricerca storica di Daniele Celli su Enrico Maracci Rimini 1887 - Faenza 1944, riminese, ferroviere macchinista, perito in servizio durante i bombardamenti nei pressi del Deposito Locomotive di Faenza.

Dalla lettura della documentazione è possibile farsi un quadro di come andarono le cose quella notte.
Nel primo documento si evince che non si è trattato di uno dei classici bombardamenti effettuato da una formazione composta da più velivoli, ma di un singolo velivolo che ha lanciato alcune bombe nei pressi del Deposito Locomotive causando la morte di tre persone e il ferimento di altre tre tra il personale delle ferrovie.

La notizia era stata riportata sul Resto del Carlino del 15 marzo 1944, nel quale si può leggere che i ferrovieri feriti erano stati in effetti otto. Venivano riportati inoltre i nomi dei tre caduti: Calderoni Domenico, Cecotti Armando e Maraci Enrico. Come possiamo vedere era stato commesso un errore di trascrizione nel nome di Maracci, ma dal libro di Antonio Milano sappiamo che si trattava di un riminese.

Molto più dettagliato è il terzo documento. Si tratta della relazione sull'incursione, redatto il 15 Marzo 1944, prot. N. 3/484, dal capo della provincia, Franco Bogazzi, e indirizzata al Prefetto di Ravenna. Ne riporto una sintesi:
Notte sull'11 Marzo 1944, cielo sereno con plenilunio, assenza di vento. Inizio allarme ore 22.58, cessato allarme ore 22.10 e precisamente 48 minuti prima del segnale di allarme, un ricognitore isolato nemico proveniente da Ovest sganciava all'altezza del deposito e riparazioni macchine delle ferrovie, due o più spezzoni di tipo imprecisato colpendo una locomotiva in pressione e provocando lo scoppio della caldaia e la demolizione degli uffici del Deposito Locomotive e in parte della sua copertura. I danni provocati allo stabile del deposito e alla linea della trazione elettrica, e i vetri andati in frantumi del fabbricato centrale della stazione, possono essere stati causati dallo spostamento d'aria dello scoppio della caldaia. Morti civili tre e feriti civili otto, tutti di sesso maschile e appartenenti al personale delle ferrovie (un ferito tra il personale tedesco in servizio in stazione). Le cause determinanti le morti e le ferite sono dovute a schegge in gran parte della caldaia scoppiata.

Daniele Celli