GIOCHI DI SPIAGGIA

Il socio Benito Colonna (Toni), classe 1937, ferroviere macchinista pensionato, vola con i ricordi agli anni spensierati e felici della sua gioventù.

Erano anni che si sono fissati indelebilmente nella mia memoria, in cui ci divertivamo con i caratteristici giochi di spiaggia. Ci piaceva fare le piramidi umane: si trattava di mettere al centro un robusto giovane che sorreggeva altri. Altro gioco era quello della cuccagna, il cui albero, per l'occasione, era infisso nella sabbia. Sulla sommità erano appesi premi che di norma consistevano in cose mangerecce: salumi e spesso anche un prosciutto. Ma bisognava riuscire a raggiungerli e non era per nulla facile. C'era sempre da ridere nel vedere con quale accanimento i ragazzi tentavano d'arrampicarsi su quel palo ben ingrassato da cui invariabilmente scivolavano finendo col sedere a terra. Si formavano delle squadre sempre più numerose, fino a che, dopo molti tentativi falliti, qualcuno riusciva nell'intento.

C'era poi il gioco dell'anatra, interessante in quanto assumeva tutte le caratteristiche d'una gara di nuoto in cui occorrevano astuzia e capacità. Tutti i nuotatori che volevano cimentarsi dovevano iscriversi: con la loro quota era possibile acquistare delle anatre. Alle povere bestiole venivano amputate parzialmente le penne delle ali, poi venivano portate a una distanza di cinquecento metri dalla riva e liberate. I concorrenti, pronti in fila sull'arenile, al via! si gettavano in acqua dirigendosi verso le anatre che diventavano di proprietà di chi riusciva a catturarle.

La cosa si rilevava difficile perché, una volta giunti in prossimità del volatile, occorreva immergersi e raggiungerlo sott'acqua. Il guaio era che il fiato a questo punto era diventato piuttosto corto. Qui entravano in gioco la collaborazione e l'astuzia. Tre o quattro partecipanti, circondato l'animale, lo tenevano fermo sul posto e, se andava bene, colui che ancora aveva fiato lo raggiungeva sott'acqua prendendolo per le zampe. Alla fine i vincitori posavano per la foto ricordo. Sono ricordi di un tempo lontano, di un tempo semplice e felice.

Benito Colonna