IL CACCIATORE

I nobili, gli aristocratici e compagnia andavano a cavallo per cacciare la volpe, il cinghiale con la muta di cani addestrati e abbaianti.
Anche mio padre andava a caccia, non certo con cavallo ma aveva a casa due doppiette, una calibro 12 e una calibro 16. Un'altra sua passione era, stendere che significava cacciare con la rete. Lui andava a San Bartolo, una collina all'inizio della regione Marche. Quella era forse la caccia più crudele, perché significava mettere una rete con molliche di pane tanto gradite agli uccellini che si gettavano a frotte per nutrirsi ma con un meccanismo venivano ingabbiati e uccisi.

Nel nostro giardino di casa non c'era questo meccanismo e neppure poteva starci. Ma un mattino ci alzammo che nevicava, il giardino era quasi bianco e gli uccellini volavano con difficoltà per trovare cibo. Nel giro di un'ora tutto il giardino era coperto e mio padre, preso da antica passione, spalò la neve per diversi metri quadri. Quel terreno pertanto rimase brullo lui ci montò diverse trappole con molliche di pane bene in vista. Gli uccellini affamati, piccolissimi con corte ali, forse al primo volo, si gettarono. Mio padre li liberò dalla gabbia e li uccise strizzando loro la testa appena sopra gli occhi. Una crudeltà, ma quello era il mondo di allora.

Mio fratello aveva cinque anni, appena tornato dall'asilo vide le due bestiole così conciate sul gradino del lavandino. Chiese spiegazioni e quando seppe la verità prese a pugni il babbo con un pianto dirotto.
non farlo, non farlo più, ti do tutto, ti do tutti i soldi ma non farlo babbo. Babbo, ti prego non farlo più! e corse a prendere il suo piccolo salvadanaio che ruppe sulla tavola. Ne uscirono tanti soldini e anche uno scudo.

Te li do tutti urlava, Toh prendi lo scudo. La mamma gli andò vicino e gli prese la testa fra le braccia.
Il babbo si allontanò dicendo Va bene, va bene non lo faccio più ma a Franco non bastava, frale lacrime che gli solcavano il viso e gli scendevano sul collo, urlò con forza per tutta la vita! anche la mamma aveva le lacrime sulle gote e si soffiò il naso.
Il babbo te lo promette, è vero babbo?
Va bene, va bene
per tutta la vita, me lo devi promettere aggiunse Franco e babbo ripetè Va bene, va bene, per tutta la vita forse commosso anche lui per il forte struggimento del figlio.
E così andò, babbo mantenne la promessa e dopo due mesi vendette anche i fucili.

ViVe