L'INSIDIA DEL DONO

Compra due coppie di lenzuoli e ti regalo un servizio da tavola da sei. Oppure dieci bottiglie di vino per una cassetta di attrezzi superaccessoriata. Cinque calzini, e avrai un tablet. La crisi ha abbassato le vendite ma l'ingegno dei venditori si è fatto più sottile, quasi diabolico. Grazie al basso prezzo degli oggetti, provenienti quasi sempre dalla Cina, si riesce a creare la situazione psicologica di chi si sente premiato per l'acquisto, addirittura autore di un colpaccio, ottenendo in regalo oggetti magari desiderati ma troppo cari (nella versione non cinese), oppure inutili ma non si sa mai.

Fare il furbo è fonte di autostima, anche davanti agli altri è bello dire che questo oggetto l'ho avuto in regalo, pensa: solo comprando dodici bottiglie d'olio! E pazienza se le ho pagate il doppio del prezzo del supermercato e l'olio non è un granché. Presi dal successo personale per avere onestamente derubato il venditore, tralasciamo alcuni particolari: la cassetta degli attrezzi è in plastica e non si chiude bene? La tovaglia in cotone sembra uno strofinaccio da cucina, sia per fattura che per disegno? Il portacucito è adatto agli accessori da cucito della Barbie?

Non importa! Quasi non ce ne accorgiamo perché ciò che noi abbiamo comprato non è solo l'oggetto con annesso il furfantesco omaggio, ma è la doppia sensazione positiva: siamo gratificati di aver fatto i furbi e da quella gioia primitiva che viene con l'arrivo di qualsivoglia regalo. Ricordate l'attesa dei bambini alla Vigilia di Natale? L'emozione alla festa di compleanno? Diventando adulti non siamo cambiati. Ci piace essere oggetto di dono, sia quello che sia, anche di qualcosa di cui non sentivamo il bisogno e che non useremo mai.

Duilio Ganzaroli