Il socio Benito Colonna, classe 1937, ferroviere pensionato, vola con i ricordi agli inizi del suo servizio nel personale di macchina con questo spiritoso racconto.
Di cognome si chiamava Antifora. Era più anziano di servizio di me di qualche anno. A quel tempo era ancora disponibile, cioè effettuava treni sui diversi mezzi e turni, rimpiazzando gli assenti per riposo, malattia o ferie. Stava effettuando un servizio da macchinista sulle elettromotrici nello stesso turno in cui io ancora viaggiavo da aiutante.
Era partito da Torino Porta Nuova alla sera, col 569 che arrivava a Bologna a mezzanotte e ventisei. Doveva restare in loco fino al giorno dopo, per partire per Torino alle sei e trentadue col 564.
Logicamente, trascorrere l'intera giornata a Bologna diventava problematico. Durante il periodo estivo esisteva un'allettante alternativa: al mattino, in poco più di un'ora di treno si giungeva a Rimini. Per tutta la giornata si poteva restare al mare, farsi un bagno, prendere la tintarella e cogliere l'opportunità di farsi una mangiata di pesce. Naturalmente si rientrava verso le 22,30.
Quella sera, Antifora e socio, ritornavano a Bologna, seduti comodamente, unici occupanti dello scompartimento di prima classe. Entrarono due signori che, mostrando le loro credenziali, si presentarono come poliziotti. Niente di straordinario, fino a che non specificarono il motivo della loro presenza. In poche parole, erano stati seguiti fin da Rimini e scambiati per due borseggiatori.
Ebbero un bel cercare di chiarire l'errore dei due agenti. Antifora, con una faccia che la natura gli aveva appioppato, butterata e nera di pelle (era un bravo ragazzo) non riuscì a convincerli. Furono interrogati separatamente, uno nello scompartimento, l'altro attendeva fuori in compagnia del poliziotto. Giunti a Bologna, invitati dai due a seguirli in questura, cercarono di chiarire l'equivoco. Inutilmente.
A questo punto, Antifora chiese: Fatemi comunicare col capo deposito distributore al servizio che guardando sul modello dove viene segnato il personale, vi confermerà che la coppia del treno 564 per domani mattina siamo noi. Non fidandosi di loro, il comandante del distretto parlò personalmente col distributore del servizio. Questi, guardando sul modulo apposito, scorrendo i nomi della giornata, senza accorgersi dell'errore, disse che a lui non risultavano.
Il graduato andò su tutte le furie: Mi volete prendere per i fondelli? Guardia, mettili dentro che gli faccio passare io la voglia di burlarsi di me. La situazione non era delle più giulive, tanto più che all'indomani mattina, non ci sarebbe stato il personale per effettuare il treno per Torino. Al cambio del personale di polizia Antifora chiese e ottenne di telefonare personalmente al distributore del servizio al deposito Locomotive: Pezzo di coglione, ti stai sbagliando, non devi guardare chi ha effettuato oggi il 564, devi guardare sul modulo di domani!.
Chiarito l'equivoco, con tante scuse da parte dei poliziotti, furono portati dagli stessi fino al deposito locomotive. Così avevano anche sperimentato le carceri del commissariato, fortunatamente senza passare la notte al fresco.
Benito Colonna