Ricordate gli annunci della stazione di Rimini e di tutte le stazioni ferroviarie? Venivano fatti direttamente dalla stazione e non telecomandati da un computer dalla voce robotizzata e a scatti. A Rimini, nel periodo estivo, il servizio annunci, in quattro lingue, veniva brillantemente gestito, unitamente al servizio informazioni, da una cooperativa di giovani diplomati al liceo linguistico; nel restante periodo veniva fatto dai Capi stazione ed era un compito che si aggiungeva alle normali mansioni. Io ero uno di questi.
Vi voglio raccontare un fatterello vero; naturalmente si dice il peccato ma non il peccatore.
A Rimini c'è la diramazione per la linea di Ravenna e una volta esistevano le coincidenze con comporto. Il comporto era un lasso di tempo, deciso dagli organi superiori e istituzionalizzato in orario, per cui si ritardava la partenza di un treno al fine di permettere la coincidenza col treno in arrivo anche se in ritardo. Oggi ci sogniamo tali accorgimenti da parte di Trenitalia. Torniamo al nostro racconto.
Il treno espresso Bari - Milano era in ritardo e al limite del comporto; avvertiti dal collega di Pesaro a sua volta allertato dal Capo treno dell'Espresso che molti viaggiatori erano diretti a Ravenna, in Ufficio Movimento si decise di attendere prima di far partire il treno per Ravenna. (Il Capo stazione, in quei tempi, aveva una certa autonomia decisionale; ora non più: oggi il movimento dei treni della stazione di Rimini, e non solo, viene telecomandato da Bari).
L'Espresso entrò in stazione e si arrestò; i viaggiatori cominciarono a scendere di corsa. Immediatamente partì l'annuncio: Rimini, stazione di Rimini. Coincidenza immediata per Ravenna binario 5. Affrettarsi per la coincidenza. Treno in partenza. E fin qui tutto regolare. Il Capo stazione esterno, sul piazzale, assisteva e accelerava con ripetuti colpi di fischietto, le operazioni di trasbordo.
Gli annunci venivano dati tramite un microfono posto sul tavolo del Dirigente Movimento di sussidio, azionato tramite un pulsante che veniva tenuto premuto per la durata dell'annuncio. Il collega che fece quell'annuncio era un tipo burlone, un eterno ragazzo, anche se vicino alla data di pensionamento e spesso, rilasciando il pulsante, terminava con: affrettarsi, chi lo prende lo prende e chi non lo prende lo prende in c...o.
In quel frangente, il bottone del pulsante rimase bloccato e quell'ultima parte dell'annuncio si sentì in tutta la stazione. Grande meraviglia fra tutti i ferrovieri anche di altri servizi; la Polfer (Polizia ferroviaria) aprì una piccola inchiesta unitamente al Capo stazione Titolare. L'inchiesta chiarì che il problema fu il blocco del pulsante, ma l'autore dell'annuncio fu condannato per non avere prestato attenzione e si concluse con un rimprovero scritto che non ebbe alcuna conseguenza per il collega pensionando.
Guido Pasini