ESISTE ANCORA LA GRATITUDINE?

A causa dei tanti esempi che quasi quotidianamente vengono posti all'attenzione dei media e ai numerosi casi con cui capita più o meno a tutti di confrontarsi nell'ambito quotidiano, voglio focalizzare l'attenzione su un sentimento che, a mio avviso, sta sempre più scomparendo: la gratitudine.

Sarà colpa del crescente individualismo che sta sgretolando, se non il concetto di società, almeno quello di comunità, sarà a causa del clima d'incertezza che caratterizza le ultime stagioni spingendo tutti a chiudersi egoisticamente nel proprio guscio, ma ho la netta impressione che sia aumentato a dismisura il numero di persone che non viene mai sfiorato dal sospetto di essere debitore nei confronti di qualcun altro e che vive nella granitica convinzione di non dovere niente a nessuno in quanto non è mai stato beneficiato di alcun aiuto da parte di chicchessia. Persone che dal loro punto di vista non si ritengono ingrate, visto che non sentono di aver contratto alcun debito o impegno, e che se di qualcosa hanno beneficiato, era perché dovuto.

Un atteggiamento che ricorda certi nobili dei secoli passati, che trattavano tutti con alterigia e superiorità, pretendendo ogni cosa senza il minimo contraccambio in virtù unicamente del loro status sociale, o dei proprietari di schiavi che guardavano questi ultimi come non fossero neppure degli esseri umani e quindi da sfruttare cinicamente e crudelmente senza ritegno.

Atteggiamento che oggi si ritrova in molte situazioni, da quelle domestiche, con i figli che hanno sempre più la tendenza a dimenticare gli sforzi dei genitori nei loro confronti e a manifestare esigenze vieppiù marcate come se si trattasse di cose normali e assolutamente dovute, al mondo del lavoro e alla società in generale, dove la mancanza di riconoscenza è ancora più cinica e marcata, assumendo i contorni di una vigliacca forma di ingratitudine.

Già perché è facile pretendere da qualcuno che si trova in posizione inferiore rispetto alla nostra e poi deluderlo senza mostrargli in qualche modo la nostra gratitudine o del rispetto per ciò che ha compiuto. Così come è semplice servirsi degli sforzi altrui e poi ignorare le attese di chi faceva affidamento su un minimo di riconoscenza, soprattutto se costoro non hanno la possibilità di rivalersi per le più svariate ragioni, che possono essere di carattere economico, di necessità, eccetera. La gratitudine e la riconoscenza, insomma, sono merci sempre più rare.

Duilio Ganzaroli